Un’amica che ha partecipato ad un gruppo, mi ha scritto per dire che si è trovata in sintonia con i temi trattati e con il clima in cui l’esperienza si è svolta.
Prendo spunto dalla sua affermazione per sviluppare il tema dell’essere in sintonia.
Quindi ti sei ritrovata nei punti di vista, nell’angolatura, nell’approccio; e se non ti fossi ritrovata?
Lì, dal mio punto di vista, sarebbe accaduto qualcosa di ulteriormente interessante perché avresti dovuto fare i conti con l’opposizione della tua mente, con le resistenze che ti nascevano nell’intimo, con il giudizio, con l’aspettativa che forse ti eri creata.
Nel momento in cui ti sei sentita in sintonia la tua mente è rimasta quieta, ma se ci fossero state delle divergenze avrebbe protestato e quella protesta avrebbe raccontato di te, delle tue strutture interiori, dei punti di vista ai quali senti di non poter rinunciare; avrebbe parlato dei tuoi attaccamenti, dei tuoi bisogni, dell’immagine di te e del mondo che nel tempo si è costituita nel tuo intimo.
Pensa all’importanza del venire smentiti! Quanto ci costringe a fare i conti con noi stessi, quanto contribuisce a svelarci il punto di vista, o il comportamento, di qualcuno che non si può ridurre dentro lo schema a noi famigliare?
Quando diciamo che l’altro è il nostro insegnante, il nostro maestro, lo affermiamo a partire dalla consapevolezza che l’altro molto spesso ci mette in crisi rispetto alle nostre visioni e comprensioni e, se non vogliamo fuggire dalla realtà, siamo costretti a fare i conti con la crisi che ci provoca.