Libero arbitrio

Continua la discussione con Eddy iniziata nel post linkato sotto.
Eddy:Ma se l’assoluto non è nel divenire a chi e a che giova tutta questa rappresentazione che poi ci starebbe portando verso l’assoluto stesso?” Credo di avere digerito questo punto, ma in questo puzzle il tassello che non riesco proprio ad incastrare è la scelta, il libero arbitrio.
Tutti i giorni, tutti i momenti la vita, l’accadere, mi stimola con delle possibilità, dei bivi, dai più apparentemente banali (per esempio, vuoi un caffè?) a quelli apparentemente più consistenti (perché non cambiare casa / lavoro?) .
Ovviamente la risposta sorge più o meno velocemente e quasi sempre ha una sua credibilità ma non riesco a collocarla nel contesto, cioè: alla base di una scelta pongo un’analisi razionale che si scontra con la comprensione che “la realtà dell’Assoluto si esprime ben oltre ciò che l’intelletto può comprendere”.
Con questo non stò affermando che le scelte che faccio sono basate sulla razionalità, tutt’altro, a volte appaiono irrazionali!
Ma c’è qualcosa che mi sfugge, un vuoto allo stomaco, un leggero capogiro che percepisco se cerco di avvicinare questi aspetti: la limitatezza del mio sentire e la possibilità di scegliere.
è interessante, ma mi ha già stufato e mi sta creando un circolo vizioso.
Potrei non dagli peso e disconnettere ogni volta  (ma è una scelta), potrei affrontarlo come sto facendo e cercare di sviscerare il piu piccolo dettaglio (ed è anche questa una scelta) e siccome la scelta stà perdendo senso la confusione aumenta …
Rob: Il problema non è né la limitatezza del sentire, né la scelta su di una base razionale.
La questione di fondo è comprendere che tutta la vita e ciascun gesto non sono altro che possibilità-opportunità-condizione di mutamento-ampliamento del sentire.
Qualunque decisione prenderò comunque questa mi condurrà ad un cambiamento. Fermo o in movimento, comunque le scene della vita si articolano, lente o rapide, e comunque una trasformazione ne conseguirà.
Se assecondo il flusso della vita cambio; se mi oppongo cambio.
Se sono consapevole e pronto cambio; se sono inconsapevole e ottuso, cambio.
Il fiume non sceglie se andare al mare, semplicemente ci va.
Quindi non c’è libero arbitrio sul fronte dell’imparare: tutti imparano, comunque.
Sapere che la vita è cambiamento e ampliamento incessante del sentire di coscienza ci serve per esercitare quella parte di libero arbitrio che ci compete, aldilà del disegno generale della vita che è quello delineato sopra: se so come funzionano la mente e la vita, se sono consapevole di questo funzionamento, posso imparare, trasformarmi, cambiare soffrendo il meno possibile, o non soffrendo affatto.
Il libero arbitrio non si applica alla direzione, ma al come percorrerla.

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Eddy

Grazie per la tua risposta.
Questo però mi riporta a quello che chiami il disegno generale della vita.
Questo grande fiume che ci trasporta e al contempo ci plasma e che ora è calmo e tiepido ora è gelido e vorticoso, al di là del fatto intuitivo che ci stà portando al mare, che senso ha? E solo un’illusione posta sulla via per farci rendere conto che oltre al presente che accade non c’è niente o dietro al disegno c’è un disegnatore?
In altre parole; trovo perfetto focalizzarsi sul presente che annulla il senso perchè è cio che è, e quindi la bramosia di un senso si dissolve, ma percepisco di fondo questo fiume-disegno e la mia attenzione si sposta sulla possibilità di interpretarlo o comprenderlo meglio per poter fare delle scelte più coerenti col disegno stesso, se devo essere un pesce vorrei esserlo fino in fondo e nuotare come si conviene!!!
Scrivendo questo commento mi appaiono piu chiari gli elementi in gioco di questo mio stato, c’è il dubbio, la scelta, il disegno e il presente che accade, un bel quartetto direi.
E’ come un quadro astratto che fluttua in una dimensione al di là del tempo, ma non sò più se il quadro lo stò guardando o se ci sono dentro o se magari sarebbe meglio dagli fuoco.

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