Camminare nell’amicizia

E’ un invito che rivolgo innanzitutto alle persone che percorrono questo Sentiero: camminiamo in una prossimità, in una vicinanza, in una simpatia, in una attenzione reciproca, in una apertura che non pone condizioni.
Incontro dopo incontro, gettiamo le basi di un’amicizia, di una fratellanza e sorellanza, di quel senso di essere viandanti accomunati dagli stessi passi, fatiche, cadute, gioie.
Il cammino incontro a noi stessi e alla vita nel suo essere quel che è, senza aggiunte, non ci isola ma ci conduce sempre più a riconoscere che senza l’altro noi siamo niente, senza di te io non imparo niente.
Mi puoi essere simpatico o antipatico, non è questa la questione: aldilà di ciò che mi susciti emozionalmente, ho compreso che senza quella reazione che tu mi provochi io non ho la possibilità di conoscermi. Mi sei fratello e sorella proprio perché mi permetti, con il tuo semplice esistere, di compiere il gesto più importante della mia vita, l’unico che veramente conta: conoscermi. Sei la cosa più preziosa che ho, anche se non conosco il tuo nome, perché come ti presenti mi induci ad interrogarmi su me.
Se mi induci, mi costringi nei fatti a questo, allora sei quanto di più prossimo io abbia, sei il determinante nella mia vita, sei colui/colei senza il quale non mi schioderei mai da ciò che sono.
E’ un invito che rivolgo anche a coloro che ci leggono: possiamo costruire un organismo sociale senza fondarlo sull’amicizia, sulla collaborazione, sulla cooperazione, sul mutuo aiuto, sul sostegno reciproco? Vogliamo continuare a farci male confliggendo tra noi, competendo, sgomitandoci? Vogliamo perpetrare il fantasma dell’ego che sbraccia e cerca di farsi spazio, o vogliamo sviluppare qualcosa di più delicato, attento, gentile, misurato, dove la mia danza si incontra con la tua e diventa danza di vita comune?
Non è questa la sfida di questo tempo di crisi e decadenza di un vecchio modo putrefatto, ma non ancora esausto?

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1 commento su “Camminare nell’amicizia”

  1. …Laghi che riposano l’uno sull’altro: l’immagine del sereno. Così il nobile si riunisce con i suoi amici per discutere e per esercitarsi. da I Ching
    Quale invito e quale sfida ci offri in questo tempo di profonda crisi e decadenza…un tempo che ci invita alla delicatezza, alla gentilezza, all’attenzione per giungere ad una rivoluzione che è fatta di presenza, di morbida accoglienza verso quell’insondabile mistero che risiede in ognuno di noi e che ci unisce. Certo che il relazionarsi richiede energie, chiarezza, il mettersi in discussione ed in ascolto, e spesso questo ci affatica, ma abbiamo altre possibilità, ci sono alternative? Io non ne vedo alcuna. E nonostante ancora adesso io possa sentirmi lamentarmi di tanto in tanto per la fatica dello stare in relazione, nel mio piccolo, sento danzarmi dentro la gratitudine a colui che mi consente di rivelarmi, di approfondirmi, di esplorarmi…senza riserve, senza possibilità di fuga. Insieme, ancora e sempre di più insieme, in condivisione. Perchè la mia solitudine, la mia finitezza diventa altro in tua presenza…

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