Che cosa rimane?
Il quotidiano con i suoi piccoli fatti.
Non l’interesse per i pensieri, le emozioni, gli affetti, le azioni: guardando attentamente, l’interesse per ognuno di questi aspetti scompare.
Che cosa sono i piccoli fatti? L’intenzione che si fà pensiero, si riveste di emozione e di affetto e diviene piccola scena, piccolo fatto.
Nel fatto che viviamo si condensa tutto il nostro cammino umano: l’ampiezza del sentire, la capacità cognitiva, il calore emotivo ed affettivo compongono, sono le tessere, del nostro presente.
L’adesso che viviamo è specchio di noi, materializzazione dello spettro che va da coscienza ad azione, conseguenza del compreso e del non compreso.
Si svuota l’interesse per le componenti del processo e l’unica cosa che risalta ai nostri occhi è il risultato, il piccolo fatto.
Perdiamo l’idea di noi, il pensiero sull’altro, la sfera dei bisogni e troviamo tuto questo che abbiamo lasciato andare impresso nei fotogrammi del nostro presente.
Non più idea, sogno, progetto, calore, ma vita che accade.
Perdiamo tutto per trovare la vita.
Solo perdendo l’idea della vita possiamo incontrarla.
“Se incontri il Buddha, uccidilo!”
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