L’eccitazione della mente è un modo per esserci e per identificarsi. E’ il canto di sé.
Il nascere e il morire dei pensieri, delle emozioni, delle azioni che pian piano si insinua.
L’accoglienza che sorge da quello spazio di abbandono e la meraviglia per ciò che accade.
Soggetto, così è chiamato il maestro della via della Conoscenza, è una dimensione di coscienza non personale. La comunicazione dei contenuti di quel sentire avviene attraverso uno “strumento”, A.M. L’ascolto delle sue comunicazioni richiede una disposizione accogliente di tutto l’essere evitando la focalizzazione sul solo elemento cognitivo.
Le pagine della via della Conoscenza.
Usa un linguaggio un po’ diverso da quello al quale abbiamo fatto l’orecchio… “il per me”, “l’in sé”…
Mi fa venire in mente che quando qualcuno viene a fare Yoga a casa mia per la prima volta l’invito è quello di accantonare momentaneamente eventuali esperienze precedenti di Yoga e fare come se fosse la prima volta, perché so che un gesto simile, ma non uguale, un mantra recitato con una cadenza diversa… possono suscitare fastidio, scomodità, nell’immediato parametraggio che scatta internamente.
Ecco, secondo me qui è un po’ la stessa cosa.
Si entra in sintonia quando si smette di cercare di riconoscere qualcosa e si ascolta “puliti”.