Le condizioni per cambiare la società

Kempis propone una sorta di perfezione interiore come condizione per cambiare/realizzare una società migliore. Credo che possiamo stare molto più bassi ed affermare che, nonostante tutti i nostri limiti, possiamo costruire qualcosa che sia specchio più aderente e più corrispondente a ciò che abbiamo compreso e a quello che compreso non è.
Per farlo, per costruire una vita sociale migliore, non abbiamo bisogno di prestigiatori, né di comici urlatori, forse abbiamo bisogno di chiederci: “Ma ad un uomo, ad una donna, ad un bambino, ad un giovane che cosa è necessario per manifestare se stesso, per sentirsi realizzato, per imparare ad amarsi e ad amare?”
Posto questo al centro, l’economia, la politica, la cultura sono conseguenti. Oggi le nostre domande non sono queste, più semplicemente noi non sappiamo dove stiamo andando, né cosa stiamo facendo. Siamo persi.

Se l’opinione del gregge comune non sarà tua regola di condotta,
se sarai tollerante con gli altri quanto lo sei con te stesso.
se saprai comandare più a te stesso che agli altri,
se sarai giusto più che buono,
indulgente e comprensivo specie con i deboli,
se lavorerai pazientemente,
se mai risponderai con un rifiuto ad una richiesta e ad un’offerta,
se potrai avere ricchezze e onori, ma non esserne schiavo,
se potrai godere della solitudine, ma non avrai paura della compagnia degli uomini e viceversa,
se sarai essere povero e parsimonioso,
se potrai sopportare di buon grado l’oblio e l’ingratitudine degli uomini,
se saprai camminare da solo senza grucce, eccitanti ed illusioni.
Se saprai essere infantile con i fanciulli,
gioioso con i giovani,
pacato con gli anziani,
paziente con i pazzi,
felice coi saggi,
se saprai sorridere con chi sorride,
piangere con chi soffre,
e saprai amare senza essere riamato,
allora figlio mio, chi potrà contestarti il diritto di esigere una società migliore?
Nessuno, perché tu stesso, con le tue mani, l’avrai creata!

Kempis, Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, Edizioni Mediterranee

 

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Francesca Bona

Grazie.
Riflessione fondamentale e futuribile.
Non è la prima volta che leggo questo passo di Kempis.
Concreto.
Chiaro.
Ogni volta, quando si arriva in fondo,
scoppia un sorridere dilatante.

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