La mia identità questa mattina è come un paio di sci.
Periferica, poggiata a terra, utile.
Asseconda o sorvola le inclinazioni del terreno,
traccia una via apparentemente casuale
sentendo di non avere altro da fare
che abbandonarsi alla pendenza.
Quando l’inclinazione è minore,
arranca faticosamente
o si gode il paesaggio passo passo.
Quando è maggiore e propulsiva,
dopo un attimo di sgomento,
ride di gioia,
poi tace.
Forse è rimasta indietro.
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