Ogni ora, ogni incontro scandiscono lo scomparire di qualcosa e l’avanzare di altro.
Una paura, una chiusura, uno sbilanciamento se osservati e non rimossi, se affrontati per la loro natura e accolti come possibilità di trasformazione, lasciano il passo al nuovo, ad altro che sorge.
Di incontro in incontro, di esperienza in esperienza, qualunque sia la mia identificazione o la mia consapevolezza, qualcosa muta nell’equilibrio interiore tra paura ed apertura, ego-donazione di sé.
Il tempo non è solo un dato cronologico è, innanzitutto, processo del sentire e trasformazione sequenziale nell’identità e nelle sue resistenze.
Oggi, proprio oggi posso imparare attraverso tutto ciò che si presenta, attraverso tutti coloro che per le ragioni più diverse si impattano con me.
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