L’importanza dell’identificazione e della disidentificazione

C’è identificazione quando attribuiamo a noi stessi un pensiero, un’emozione, un’azione.
Se non ci fosse identificazioni non si attiverebbero i processi esistenziali: la vita è un’immensa officina proprio perchè la persona è capace di dire: “Questo è mio!”
I processi attivati permettono di confrontarsi con il proprio limite di comprensione e di superarlo.
Mano a mano che la comprensione si amplia, la persona sente in sé che quel continuo appropriarsi della realtà genera spesso dolore, frustrazione, mancanza di senso: spinta dal disagio interiore comincia a mettere in dubbio la legittimità dell’attribuirsi ciò che accade e, nel tentativo di scoprire un’altra possibilità di lettura del proprio esistere, inizia il lungo cammino della disidentificazione.
Disidentificarsi è lasciare che un pensiero, un’emozione, un’azione siano solo fatti che accadono, non i propri fatti, solo fatti.
La capacità di superare l’identificazione, e di aprirsi alla realtà come semplice accadere, è fondamentale se si vuole scendere nell’intimo del vivere.
Siamo in presenza di un vero paradosso: scopriamo la vita solo quando non l’attribuiamo più a noi stessi!
Fino a quando esiste il “nostro” pensiero, il “nostro” bisogno, il “nostro” punto di vista non vediamo altro che le pareti della nostra officina, di quello che non abbiamo compreso: quando quel “nostro” scompare allora affiora ciò che è sempre stato lì, la semplice realtà che non è né nostra né dell’altro, semplicemente è.
Se la persona non fosse passata per l’identificazione non sarebbe giunta a scoprire il reale: se non avesse sperimentato il reale non potrebbe comprendere l’importanza dell’illusione, unica chiave al “ciò che è”.

Immagine tratta da: http://goo.gl/dHEI6H


 

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1 commento su “L’importanza dell’identificazione e della disidentificazione”

  1. E nel ciò che è ci sono infinite sfumature: chi è ancora immerso e identificato-indifferenziato dai propri bisogni, principi, illusioni, chi riesce a vedere la trama con un minimo distanza, chi riesce a lasciare andare spesso gli accadimenti, a respirarci dentro e in mezzo, chi si ricorda di farlo momento dopo momento. Così tante sfumature che le parole non basterebbero per dire, così tante sfumature che sarebbe una vera illusione proiettarsi ad immaginare la trasformazione di esse, che è un’illusione la stessa separazione… Un invito incessante a stare con gli occhi e il cuore -l’Anima- aperti.

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