La coppia 3: il progetto

Non riesco ad immaginare una coppia senza un progetto, una direttrice d’esistenza comune.
Se la coppia è l’officina in cui i due operai conoscono e lavorano il proprio limite accogliendolo, integrandolo, trascendendolo, è anche il campo base dal quale i due partono per la ricerca che sempre conduce al mondo e da esso si fa fecondare.
Se la coppia è autoreferenziale diventa asfittica; se non si nutre di cultura, di arte, di politica, di spirituale costruisce giorno dopo giorno le sbarre della propria prigione.
La coppia è il luogo della scoperta dell’altro da sé, chiunque questo altro sia: se essa non nutre questo interesse per l’altro, se di esso non sa occuparsi e con esso coinvolgersi, se si illude di essere autosufficiente, è già morta.
Il progetto comune, qualunque esso sia, nasce dalla consapevolezza che i due non si bastano: che dal campo base si parte e si ritorna e se non c’è una forte interazione con l’altro da sé, con il mondo, i viveri presto finiscono e l’acqua pure.
Il progetto è un “essere protesi”, il coltivare uno slancio, l’allevare in sé e nell’organismo costituito dai due il seme della generosità.
Una coppia senza un progetto è come un paese privo della capacità di immaginarsi diverso da quel che è: i suoi componenti/cittadini se ne andranno.
I due non stanno insieme per il sesso, per il lavoro, per pagare il mutuo, per andare a cena con gli amici, questo non basta: stanno e rimangono assieme se hanno un collante esistenziale, se sanno reciprocamente intessersi d’esistenza.
Non ci si intesse da soli, né come individui, né come coppia: chi abita di fronte a me, chi sopra? Come se la passa il mio collega d’ufficio? Perchè il giornalaio stamattina aveva gli occhi lucidi?
Una coppia di persone è come una coppia di polmoni: aspirano assieme l’aria del mondo e così facendo nutrono la linfa del loro procedere ciascuno conoscendo e trasformando innanzitutto sé.

L’immagine è tratta da: http://www.centroreferenzapet-therapy.it/centro/progetti


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sandra

…l’intera società sta crollando perchè le relazioni sono asfittiche, superficiali, egoiche, come dici tu autoreferenziali. La coppia è una delle tante: superata la fase dell’innamoramento dove si è protesi “incondizionatamente” verso l’altro , c’è una sorta di amaro risveglio: cominciano le prime difficoltà, il primo rinchiudersi, la tendenza a prendere e non dare, a cercare quello spazio vitale creduto perso, inizia, in sostanza, la rappresentazione della vittima e del carnefice…. a questo punto ciascuno dei due è disconnesso da sè e dall’altro, la comunicazione è persa, il batticuore iniziale non c’è più, così come l'”amore” e i due non si bastano irrimediabilmente più… e invece di cercare la radice del fallimento (la mancanza appunto dell'”essere protesi”, di un progetto comune), abbandonano l’officina, si guardano attorno alla ricerca dell'”amore eterno” e tutto ricomincia da capo….

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