La crisi è la manifestazione tangibile della non sostenibilità ulteriore di una lettura della realtà personale e di coppia.
Quello che va in crisi è la nostra interpretazione, la nostra lettura dei fatti e dell’altro: se non ci è chiaro questo produrremo solo dolore.
La crisi della coppia è la mia crisi, anche se è innescata dall’altro:
– come mi interpreto,
– come ti interpreto,
– come interpreto il nostro rapporto,
qui va cercata la causa, la dinamica, la soluzione.
C’è qualcosa che non vedo di me, di te, del nostro stare assieme o, se lo vedo, è distorto dalla mia comprensione egocentrica.
La crisi nella coppia rimette dunque in discussione, in modo più o meno profondo, la disposizione interiore dei due e li costringe ad un mutamento e a ricollocarsi su un altro piano e con un’altra modalità.
Vi chiedo: c’è qualcosa di più importante, di più trasformante di una crisi?
Il sentirsi messi in discussione, il doversi analizzare, il dover riflettere sul proprio limite, sulla propria limitata visione non è una delle cose più importanti e produttive interiormente che ci possa accadere?
Perchè abbiamo paura delle crisi? Perchè ci tolgono delle certezze? Quali, quelle di vivere da sepolcri imbiancati facendo finta che sia normale?
La crisi scoperchia il sepolcro e mette a nudo l’ipocrisia: ogni crisi ci rende più autentici, le persone cambiano e migliorano perchè vanno in crisi.
Ogni volta che una nostra certezza, una nostra consolidata e soporifera abitudine viene messa in discussione, una distorsione viene svelata, un limite mostrato dobbiamo imparare a provare gratitudine verso chi l’ha prodotta, verso la situazione che l’ha generata.
La coppia è una grande officina di trasformazione dell’interiore e la crisi dei suoi componenti e delle loro dinamiche è l’elemento che ciclicamente provvede alla pulizia, al rinnovamento, alla rigenerazione, al morire e al rinascere.
La crisi ci ricorda la necessità di abbandonare parti di noi affinché altro emerga, ci mostra il nostro volto cangiante e ci stimola a perseverare nel processo del rinnovarci senza sosta, mai considerando l’acquisito come permanente: come tutto nella vita, la crisi ci insegna l’impermanenza, la responsabilità, il lasciar andare, la disposizione ad abbandonare ogni attaccamento.
Immagine tratta da: http://goo.gl/0kZ361
“Quello che va in crisi è la nostra interpretazione, la nostra lettura dei fatti”
Perfetto!
Mi ero perso questo post così denso di suggestioni. Grazie a Roberto e grazie a Thirta per la sua lucida testimonianza!
Grazie Thirta! Il tuo commento porta un con se un bel respiro…
Bel commento Tirtha, ottima l’esposizione. Grazie.
Grazie Tirtha! Penso che la soluzione migliore sia quella che i due trovano assieme e nella quale risiedono: quella è senz’altro la migliore perchè è la loro e perchè funziona..
Al terzo matrimonio ho capito, a volte il percorso per capire, per abbandonare le vecchie credenze è lungo e tortuoso, se il primo matrimonio è finito perchè 16 ore di aereo ci dividevano e non poteva una tale continuativa distanza tenere acceso il fuoco sacro, il secondo era un matrimonio fatto di convivenza, di quotidiano, di amore e di vicinanza, eppure le credenze minavano il rapporto assai più di quanto avrei potuto immaginare, e solo col senno di poi, a separazione ‘dolorosa e drammatica’ avvenuta, quando ho fatto i conti col mio, nnstro, fallimento, ho compreso che ‘il bel tacer’ tanto apprezzato nella vulgata, il voler ‘passarci sopra’ come se il rispetto fosse omissione di ciò che non va ma non va detto per ‘amore’ dell’altro e per amore di pace avevano costruito un muro insormontabile tra noi, e che ormai questo aveva irrimediabilmente spento amore e vicinanza.
Poi è arrivato Matteo, entrambi sofferenza alle spalle, io e lui abbiamo gettato nuove basi con nuove modalità, al diavolo quello che ‘dovrebbe essere’ facciamo ciò che NOI sentiamo giusto, prima regola nostra libertà assoluta di dire cosa non va e non ci piace nell’altro, sincerità totale, non ci si nasconde nulla, seconda regola crescere insieme, terza regola non lasciare nulla di irrisolto, di non chiarito. Il resto è venuto da se. Era il 2001, e ancora applichiamo questa regola, e l’amore è lì, vivo, vegeto, fatto di complicità e di totale sincerità, ed è rilassante non avere nulla da nascondere, mascherare, travestire, abbellire, lui sa chi sono come sono, io so chi è com’è, e quando qualcosa di fastidioso appare si dice subito, e subito passa , perchè la tensione non ha tempo di accumularsi che è già dissolta. Ci piace dialogare, crescere insieme, affrontare le varie piccole o grandi crisi personali che di quando in quando fanno capolino, discutendo insieme possibili insight, possibili soluzioni. E questo rapporto l’abbiamo esportato nel nostro essere genitori, e funziona.
Io non so se questa può essere la soluzione, la via utile anche per gli altri, porto solo la mia, la nostra, esperienza, il nostro esperimento procede, e finora non ci siamo mai pentiti di averlo intrapreso