Quando si ricomincia? Quando qualcosa che c’era è stato perduto, ha cambiato forma, ha preso una nuova direzione.
Si ricomincia senza sosta negli affetti, nel lavoro, nella via spirituale.
Non muore, in qualche modo, tutti i giorni il rapporto con chi ci sta a fianco? Non entra in crisi e ci costringe a riposizionarlo, a rivederlo, a reinterpretarlo?
Non ci costringe senza sosta la vita ad interrogarci, producendo in noi, spesso, una crisi di orientamento, di posizionamento? E poi non seguono una catarsi e infine una rinascita?
Non è così per tutti, in tutte le stagioni della vita?
L’arte ineffabile di ricominciare ha bisogno di un’altra arte, quella del lasciar andare.
Avevo un progetto, una direttrice di sviluppo, un ordine interiore costruito nel tempo e posso, debbo, essere disposto a perderlo.
In un attimo, per le ragioni più varie ma sempre esistenziali, la vita mi sfila il previsto e il prevedibile: zero mi rimane!
Posso lamentarmi per la perdita, o rimboccarmi le maniche.
In una via spirituale non c’è scelta: ci si rimbocca le maniche. Si analizza la situazione, le sue cause, i propri errori e poi si va avanti.
Zero è la nostra piattaforma, il nostro campo base.
Zero è non avere niente di solido per l’appoggio, di dato a priori: è accettare l’impermanenza come ossatura del vivere.
Cambiano le situazioni, accogliamo il nuovo che viene, che c’è e su quello costruiamo le nuove scene, ricominciamo.
Il vento ci porta dove vuole: visti e superati i piccoli attriti, le piccole resistenze della nostra umanità, assecondiamo il movimento imposto dall’imponderabile.
Perdere, accettare, ricominciare.
Immagine da http://www.lessissexy.com/?p=2718
Parole sagge Alessandro. Ma a volte il cervello copre le parole del cuore. Si continua a credere che l’affermazione e la competizione siano elementi fondanti della vita, ma poi quando ci si rende conto che la gratuità è l’essenziale, il terreno sotto ai piedi crolla. Occorre ricominciare e non è cosa semplice.
Perdere, accettare, ricominciare.
E’ un continuo esercizio che le situazioni mutevoli ci impongono e peggio sarebbe se cercassimo di resistere, di cristallizzarle.