Due parole sul G7 e sugli impegni ambientali assunti.
Un bambino impara a camminare, tutti abbiamo imparato a camminare.
Un adulto impara dai propri errori, tutti dovremmo imparare dai nostri errori.
Poco più di un secolo di attività industriali hanno condotto ad una crisi ambientale irreversibile: abbiamo imparato qualcosa? Non molto, non a sufficenza.
Siamo distratti, abbiamo il problema del lavoro che non c’è e altre emergenze e, fondamentalmente, troppi di noi non hanno ancora compreso che non si può orinare nel pozzo dell’acqua che si beve.
Non abbiamo compreso la più semplice delle condizioni: ad una azione consegue una reazione, ad una causa un effetto.
Non è necessario fare riferimento alla legge del karma – quanto ci farebbe bene conoscerla e studiarla! – basta limitrasi all’insegnamento della scienza fisica e biologica.
Ma così è: l’ottusoegoista è celere nell’araffare, lento e indolente nel rimediare al danno.
Quanto tempo ancora prima di comprendere che tutti gli esseri procedono assieme, che ogni atto di sopraffazione si ritorce contro di noi, che ogni porta chiusa ci riserva una porta chiusa, che ogni inconsapevolezza comporta la dura lezione del divenire consapevoli sperimentando sulla propria pelle le conseguenze del proprio egoismo, della propria ignoranza, della ottusità compagna di entrambi?
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