A noi sembra che in questo tempo l’approccio allo spirituale e all’esistenziale avvenga molto spesso, non sempre naturalmente, in maniera prevalentemente affettiva.
Come moto del cuore, direbbe qualcuno. Come adesione fondata sulla simpatia e sull’empatia, aspetti dell’affettivo in noi.
Le meditazioni guidate, le atmosfere, le piccole o grandi ritualità alimentano e sostengono questo approccio.
E’ un dato di fatto, non abbiamo considerazioni particolari da fare, così è questo tempo.
Ci sono, d’altra parte, orientamenti prevalentemente concettuali e altri eminentemente pratici, fondati sul fare.
Avendo ogni persona la necessità di trovare il proprio modo per incontrare se stessa, non possono che esistere molti e variegati approcci.
Noi abbiamo scelto un approccio che integra l’analisi introspettiva di sé, con lo sviluppo dell’atteggiamento meditativo e contemplativo: l’immanente del conoscere sé, con il trascendente dell’andare oltre sé, sottoponendo ogni passo alla verifica del quotidiano e delle relazioni.
Abbiamo sviluppato la forma dell’accompagnamento, dei gruppi, degli intensivi, della pratica della gratuità per mettere a disposizione un iter formativo che, nel tempo, accompagni il ricercatore.
La costanza e la perseveranza sono le sfide di chi ricerca: la via della conoscenza non è qualcosa che si consuma alla maniera dei beni effimeri, richiede il passo lento del montanaro, il darsi tempo e pazienza; il saper aspettare, il sapersi rialzare.
Il saper andare in compagnia e da soli e vedere, magari, i propri compagni abbandonare il cammino.
Il ritrovare ogni giorno la motivazione.
Il saper affrontare le fasi di deserto, di svuotamento, di disorientamento.
Infine, il saper mantenere lo sguardo su di sé nonostante l’asino che raglia, nonostante le cadute e la pochezza di sguardo: continuare e continuare ad attingere alla sorgente della fiducia, unica forza che ci conduce nei giorni e nelle notti della nostra transumanza.
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