Il karma e il non compreso

[…] Per comprendere nella giusta maniera la relazione tra il concetto di karma è quello di equilibrio è fondamentale ricordare alcuni punti di base dell’insegnamento.
Il karma, voi ormai dovreste saperlo, non è un effetto punitivo che si riversa nella vita dell’individuo che non si è comportato in armonia con le leggi etico-morali collegate all’evoluzione (o meglio, per essere più precisi, ai dettami provenienti dalla Vibrazione Prima e dagli Archetipi Permanenti), e questo appare evidente allorché ci si ricorda che vi sono due forme principali di karma riconosciute comunemente ovvero il karma “negativo” e quello “positivo”. E’ chiaro che tali due forme sono simboli di comodo per definire ciò che capita all’individuo nel corso della sua vita e che gli fanno attribuire al karma che subisce la valenza di “positivo” o di “negativo” relativamente agli avvenimenti che lo riguardano.
La realtà è che il karma, qualunque effetto soggettivo sull’individuo esso possa avere, non è altro che una conseguenza derivante proprio della legge di equilibrio, relativo al microcosmo individuale sulla base del concetto di “dare” e “avere”: se non si ha compreso veramente i dettami provenienti dalla Vibrazione Prima e, di conseguenza, l’agire non è adeguato ad essi la situazione dell’individuo verrà riequilibrata facendo ricadere su di lui, nella forma più utile alla sua comprensione, effetti e cause che lo porteranno a comprendere ciò che fino a quel momento non ha compreso, riportando in equilibrio non tanto l’agire nel mondo fisico dell’individuo stesso quanto il suo rapportarsi con le direttive dell’evoluzione.
Questo passaggio – per altro presente anche se con parole diverse un po’ in tutte le religioni – può venire interpretato come una punizione divina ma certamente così non è.
Anzi, a ben vedere, è l’aiuto migliore che possa venire offerto all’individuo incarnato per comprendere i propri errori e, di conseguenza, per non commetterli più perché non c’è nulla come il provare sulla propria pelle gli effetti di ciò che si è erroneamente compiuto per aiutare la comprensione dell’individuo.
Il karma positivo, a sua volta, è stato interpretato nel tempo in maniera varia (dal concetto di “uomo fortunato” e quello di “paradiso”) ma in realtà anch’esso non è altro che il ristabilirsi di un equilibrio interiore che si manifesta in situazioni appaganti per l’individuo e che è la conseguenza di aver fatto, dinnanzi a situazioni che permettevano scelte diverse, quella più giusta o, per meglio dire, quella più in armonia con i dettami della Vibrazione Prima.
L’aver compiuto tale scelta giusta porta al verificarsi del karma positivo, sia come rafforzativo interiore della giustezza del proprio agire sia come elemento equilibrante allorché un karma negativo sembra tanto “forte” da rischiare di far perdere la speranza all’individuo e, quindi, di bloccare il suo cammino evolutivo. (Cerchio Ifior)

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