Il seminatore per lungo tempo ha seminato a spaglio poi, quando gli è sembrato che il tempo fosse giunto, ha dismesso il gesto ampio e generalizzato, lo spargere il seme, per rivolgersi al singolo gesto, al singolo seme colto e trattato nella sua unicità.
La parola diviene rivolta a te, non a voi; l’azione interpella te, non voi.
Dal campo aperto, il seminatore restringe il suo ambito e si dedica alle piccole colture dell’orto, alla minuta relazione con ogni singola pianta, con piccole aggregazioni di piante.
Il seminatore è stanco di dire e di proporre, se ci sono semi che hanno bisogno della sua collaborazione per compenetrarsi nel tessuto della vita vera, gli rivolgeranno una domanda..
Il seminatore non si sente tale, sa che in sé abita la vita e sa anche che quella vita è per chiunque voglia attingerla: basta che chieda, basta che si disponga, basta che la cerchi.
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