La fine dei piccoli mondi

Cosa sono i piccoli mondi? Le piccole ristrette visioni, le piccole certezze e identificazioni; il conforto delle ristrette cerchie con ristretti orizzonti.
Il paesello, le appartenenze, le adesioni, il conforto del conosciuto, le abitudini e le rassicurazioni del banale e ordinario sentirsi come gli altri.
La prevalenza del sentire sui miti e i riti della mente azzera in larga parte i piccoli mondi, li rende evidenti piccoli angoli di consolazione che non parlano all’essere, muti al sentire.
Il sentire è uno sguardo che tutto abbraccia e tutto tiene assieme, è privo di consolazioni e di trastulli, è profonda comprensione di ogni fatto ovunque esso accada, chiunque riguardi.
Nessun piccolo mondo antico e infantile, ogni luogo è luogo del sentire, ogni persona si incontra nel sentire, ogni fatto risuona di un sentire.
I piccoli mondi scaldano il cuore e stemperano il senso di solitudine: il sentire ti colloca oltre il cuore e la solitudine, l’essere non ha bisogno di consolazioni.
Il piccolo gesto del quotidiano non è frammento di un piccolo mondo, è aspetto del sentire universale.
La sequenza dei piccoli fatti non definisce il conforto delle abitudini, apre all’essere vasto e incondizionato, al respiro che, pur essendo limitato, contiene tutto il mondo sperimentabile.


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