L’amore che attraversa l’umano

Potrei dire che l’umano è attraversato dall’amore di Dio ma, così dicendo, affermerei che umano e divino sono due entità separate e la prima beneficia dell’amore della seconda. Così non è.
L’amore che figurativamente attraversa l’umano è in realtà la consapevolezza dell’amore che lo costituisce e che l’umano avverte come processo, flusso, attraversamento.
L’amore che lo costituisce, che lo intesse: natura della sua natura. Inseparabile, indivisibile, mai divenuti due se non nel perdersi dell’umano, o nel non essersi ancora trovato.
Gli amanti cercano nella loro relazione quella indivisibilità e sperimentano l’illusione e l’impermanenza dell’amore umano ma, mentre sperimentano, comprendono anche che ciò che loro accade in realtà prefigura altro che va ben oltre le loro promesse, le loro effusioni, le loro fusioni.
Non c’è relazione che non conduca a svelamento l’aleatorietà dell’amore umano, dell’affetto, dell’innamoramento tutti condizionati dal possesso, dall’appartenenza, dalla richiesta di sicurezza.
Ma, nel contempo, non c’è amore umano che non apra porte, non dischiuda possibilità per gli amanti: il più piccolo e limitato degli amori umani contiene in sé il germe di quell’amore indivisibile che lo genera, lo conduce, lo sostiene, lo rende possibile all’esperienza.
Il più piccolo degli amori umani, anche quando sperimentato da un’assassino, narra di una profondità che nel tempo si rivelerà.
Gli amanti, se non sono accecati dal loro amore, vedono il senso del loro procedere assieme: intuiscono che quel procedere, non di rado faticoso, esperienza dopo esperienza svela starti più profondi della loro esperienza dell’amore.
Gli amanti, se hanno acquisito strumenti di comprensione, sanno che è il limite del loro amore ciò che permetterà loro di divenire concavità accogliente per un amore senza limite.
Sanno che la loro relazione è come un ventre dentro cui cresce qualcosa di cui loro non sanno quasi nulla, ma del cui avvento sono ogni giorno levatrici.
Gli amanti sanno allora avere la giusta pazienza e la giusta accoglienza per il limite reciproco e quello non temono: ciò che conta, ai loro occhi, è che attraverso il limitato l’incondizionato si manifesta.


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Gabriella Caria

Si bello direi che completa un discorso da te iniziato nell ultimo essenziale due quando ci hai chiesto se nella coppia uno dei due sente la necessità di fare una esperienza che riguarda solo lui ancora medito su quella domanda e mi interrogo.

Alessandro

Molto bello! Grazie.

Luciana

Pazienza ed accoglienza…nei confronti dell’altro con cui mi relaziono per imparare ad accogliere e a pazientare nei confronti di noi stessi

nadia

grazie

luana

Grazie!

Samuele Deias

Un bel cammino, una bella officina

Sandra Pistocchi

Grazie robi!

Catia Belacchi

Grazie per l’argomento e per la sua chiarezza. Non avrei saputo dirlo in questo modo ma è così che mi risuona.

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