Ieri a quest’ora eravamo seduti in zazen. La luce del tramonto e il silenzio ci hanno accompagnati.
Al termine non ci sono state parole, ognuno è tornato a casa portando con sé il raccoglimento di quell’ora.
Sedere insieme in zazen è l’essere assisi nella gratuità: praticare senza scopo, semplicemente stare.
Praticare zazen è praticare l’Essere: il film della vita scorre e non c’è adesione, né identificazione.
I pensieri sono solo pensieri, le emozioni solo emozioni, la vita solo vita.
Sedere in zazen è la libertà dal condizionamento che diviene fatto, esperienza tangibile.
Quando ci si alza e si torna alla propria vita, quel tempo di Essere ci stimola a non farlo finire, ci induce a riversarlo nell’ordinario del quotidiano.
Ciascuno farà poi quel che può, ma più persone che siedono assieme senza scopo sono senz’altro un invito a provarci e provarci ancora.
Tutti i giovedì all’Eremo dal silenzio dalle 18,30 alle 19,20.
Per partecipare
Newsletter “Il Sentiero del mese”
Il dolore derivanti dalla staticità della postura, il corpo emotivo ancora agitato da una riunione importante, la fretta per il timore di non arrivare in tempo, hanno reso le cose un po’ difficili, ma non conta il risultato/giudizio che la mente dà, è stato quel che è stato ma l’essere si è dato l’opportunità di stare con l’essere
Gli antichi greci dicevano “Panta rei”, tutto scorre. Quando ho iniziato a praticare zazen, credevo di potermi immergere in questa corrente per conoscerla meglio, ma una volta dentro, ho sentito di essere io stesso la corrente. Così lo scorrere, il divenire si é trasformato nell’essere.
Gassho.
Direi che ieri non avrebbe avuto senso chiedersi o chiedere come è andata la meditazione.
Grazie roberto per questa condivisione…c’è tanta intimità e vicinanza