Dice un’amica in merito al post Coltiviamo l’illusione senza sosta: Se quando abbiamo fame mangiamo e quando fa caldo ci sventoliamo, anche quando c’è il languore sensuale facciamo sesso. Cosa c’è di diverso?
C’è di diverso che non sempre, non per tutta la durata del cicli incarnativi di una coscienza, facciamo lo stesso uso delle energie: a volte è preponderante un piano, a volte un altro.
Abbiamo incarnazioni con preponderanza sensoriale, altre con preminenza emotiva, altre ancora con dominanza concettuale.
Sperimentiamo senza sosta i vari piani dell’essere, né subiamo il condizionamento come ne dispieghiamo le potenzialità.
Il cammino di una coscienza, con il suo ampliarsi progressivo del sentire, è in parte rappresentato e simboleggiato dalle stagioni esistenziali che l’umano vive: l’infanzia, l’adolescenza, la maturità, la vecchiaia.
Voi sapete che una delle leggi del cosmo è: come in alto così in basso; il macrocosmo non è poi così differente dal microcosmo e questo ne simboleggia la struttura e i ritmi, così da dischiudere all’umano anche la conoscenza della realtà macrocosmica che altrimenti gli sfuggirebbe.
L’età della vecchiaia corrisponde simbolicamente ad una coscienza ampia e strutturata nel suo sentire: il vecchio può fare sesso ma, spero mi capirete, non è che quella sia la vocazione prima della sua stagione esistenziale.
Allo stesso modo, una coscienza dotata di un sentire ampio e oramai alla fine del ciclo delle nascite e delle morti, non ha il sesso tra le sue priorità anche se, ovviamente, può ancora praticarlo.
Quando noi diciamo che man mano che il sentire si amplia, tutto cambia e perdiamo pezzi sempre più consistenti della nostra identità umana e viviamo trasformazioni in ciascuno dei nostri corpi, intendiamo sottolineare la profondità e la radicalità dei processi: i corpi cambiano, le loro vibrazioni cambiano; i bisogni muoiono, la sfera del desiderio appassisce per lasciare spazio a quella del sentire.
La struttura vibrazionale fondata sul sistema dei chakra e delle nadi, che altro non sono che le porte attraverso cui si interfacciano i vari corpi dell’umano, non è fissa ma obbedisce alla coscienza e di essa è strumento efficace: cambiando le comprensioni, cambiano le priorità esistenziali e ciò che prima esprimevamo, ad esempio a livello sessuale, in seguito possiamo esprimerlo su altri piani lasciando quella sessuale a margine.
Non è qualcosa che governiamo, non è una scelta, né la conseguenza di un’ascesi: è la risultante del processo evolutivo.
Ma siccome l’umano impara fino all’ultima ora dell’ultima incarnazione, è nelle cose che esistano persone, poche o tante non importa, che anche all’ultima incarnazione praticano il sesso.
Come ho detto nel post citato all’inizio, non voglio perorare la causa della castità, voglio semplicemente ricordare che ogni cosa l’umano lascia indietro nel cammino del suo scomparire: tra queste cose che rimangono indietro c’è anche il sesso, con le dovute eccezioni perché ogni persona è un caso a sé.
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Grazie
Grazie robi, riallacciandomi ad Anna Fata, fondamentale in questo ambito, perseguire la strada della conoscenza e non della rimozione…
Si per me è così com’è dici tu il tempo col suo scorrere a cambiato l ordine delle mie priorità e bisogni
E’ chiarissimo quello che dici e come lo dici. Più che comprensibile, su un piano personale.
Nella mia sfera professionale invece, da psicologa, tendo a vedere persone che quasi inevitabilmente hanno qualche difficoltà nel rapporto con persone dell’altro sesso. Tranne casi più unici che rari – mi è capitata solo una persona che aveva perso l’interesse perché quel mondo l’aveva conosciuto e praticato ormai a sufficienza – di persone che avevano realmente altre priorità esistenziali, molte, soprattutto se intraprendono un “cammino spirituale” tendono mentalizzare tanto. E sfuggono dalla materia …