Definiamo intuizione il processo secondo il quale un contenuto della coscienza affiora alla consapevolezza e viene espresso attraverso il corpo mentale, il corpo emotivo e quello fisico.
Non dunque un contenuto della sfera conscia riguarda l’intuizione, ma uno di quella inconscia, ovvero che non è sotto il dominio della mente e di suoi strumenti.
Non dal serbatoio della memoria e del sapere sorgono i contenuti dell’intuizione, ma dal mare del sentire di coscienza.
I contenuti che così affluiscono, hanno caratteristiche particolari:
– mai sono divisivi e caratterizzati dualmente;
– sempre mettono in risalto il respiro esistenziale delle esperienze;
– sempre creano unità, vicinanza, prossimità, collaborazione, cooperazione, condivisione.
L’intuizione appartiene all’esperienza dell’umano in genere: a volte è un processo consapevole nel suo prendere forma e dispiegarsi, altre rimane inconsapevole in tutto il suo influire e semplicemente guida la vita della persona in tutti i nodi fondamentali del suo esistere.
In ambito spirituale, l’intuizione è coltivata e sperata e quando viene è un dono senza pari perché apre su realtà vaste e incondizionate di essere altrimenti irraggiungibili.
Essa è frutto diretto dell’ampiezza del sentire. Perché?
Perché solo in un sentire ampio si trova un relativo silenzio della identità e della mente e quindi può affluire senza ostacolo ciò che sorge prima di esse.
Là dove c’è preponderanza di mente, non c’è intuizione: là dove la mente è silente, l’intuizione affluisce in vario grado. Quale?
Quello relativo al sentire acquisito. Più è ampio il sentire, maggiore e più costante il suo affluire e la sua profondità e vastità.
I cammini spirituali, le vie esistenziali, sono fondate sui processi intuitivi, su quanto dal piano della coscienza attraversa le menti, si colora di emozione e di affetto e diviene azione.
In certe stagioni della propria vita, l’intuizione permette lo stillare di gemme di comprensione; in altre stagioni diviene un fiume impetuoso che tutto travolge e la cui potenza e vastità mette a dura prova i veicoli che la accolgono, producendo esperienze di varia natura nel tentativo di farsi largo nella struttura dei corpi della coscienza che ancora non sono adeguati allo scopo.
Man mano che il processo intuitivo si affina, si approfondisce e acquisisce stabilità, il corpo mentale, quello astrale e quello fisico si adeguano patendo, o beneficiando, in vario grado del processo.
Più il circuito coscienza/suoi veicoli/coscienza si collauda e si stabilizza, più il procedere esistenziale si fa spedito, il cammino è agevole, il processo intuitivo è incipiente. Cosa significa?
Che è sempre lì: un movimento della consapevolezza e già affluisce quel sentire. Senza sforzo, senza rituali, senza pratiche particolari.
Questo è possibile perché quel sentire che un tempo era patrimonio della coscienza, ha oramai pervaso e trasformato i suoi veicoli e tutto il sistema dell’umano è atto a quell’espressione, ad essere manifestazione a tutto tondo di quel sentire.
Naturalmente, non esiste umano che sia perfetto e dunque resistenze residuali sempre permangono, ma queste non inficiano il processo sia nelle sue linee generali, che in quelle particolari.
Ogni volta che ci approcciamo ad un cammino interiore sempre dovremmo chiederci:
– quanto questo cammino deve al processo intuitivo?
– quanto è vasto l’ambito del sentire, e dunque delle comprensioni, da cui affluisce?
Newsletter “Il Sentiero del mese”
Accolgo con favore
Si, è come dice Sandra.
E’ UN RESPIRO questa riflessione, una boccata di ossigeno.
Grazie.
Grazie.
L’istinto invece cos’è? E’ generato dal sentire di coscienza o anche dal corpo mentale?
Grazie robi per questo ampio RESPIRO….