Finisce un anno scolastico, ma purtroppo non finisce la scuola.
Il più grande cantiere di umiliazione delle risorse personali, sarà ancora lì dopo la pausa estiva.
Come può un sistema sociale fondato sul niente fare a meno della sua piallatrice, della sua macchina del vuoto?
Come potrebbe altrimenti produrre individui seriali privi di strumenti critici e di analisi, di capacità di gestione e di trasformazione di sé e della realtà attorno, disposti a farsi valutare senza fine, a farsi etichettare e incasellare, ad accettare la bulimia dei contenuti senza protestare, a rimanere prigionieri di spazi e tempi, ad essere trattati come polli in batteria?
Il sistema delle menti ha bisogno della macchina del vuoto perché ha bisogno, producendo grandi quantità di niente, di conservare la condizione di vuoto esistenziale.
Ha bisogno dei suoi caporali, gli insegnanti, che eseguano disciplinatamente e acriticamente i doveri del vuoto; ha bisogno dei suoi soldati, gli studenti, che accumulino e defechino l’attimo dopo il niente; ha bisogno della sua claque appassionata, i genitori, che invochino ancora più contenuti di niente.
Così il niente riproduce se stesso e tutti viviamo nella più perfetta alienazione da noi stessi e guai a mettere in discussione questo postulato.
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Come se ci fosse una forza creata dall’ambiente che annulla le individuali buone intenzioni… Proprio vero ciò che diceva yogananda:” l’ambiente è più forte della forza di volontà”.
Sono stata un caporale scalciante è ho sempre sofferto, come insegnante e come genitore, il niente su cui si fonda la scuola. Avevo iniziato piena di motivazione e per qualche tempo ho respirato un’aria di vero rinnovamento (parlo degli anni ’80). Poi tutto è confluito nella palude della valutazione e nel proliferare di contenuti ,troppi e inutili , senza posare più gli occhi sui ragazzi, sulle esperienze formative, sui loro bisogni creativi, sui vari modi dell’imparare. Vivo ancora tutto questo con rammarico e tristezza. Purtroppo non vedo cambiamenti all’orizzonte .
Questo post mi tocca molto nel profondo… Da bambina odiavo la scuola ed ora che la vivo come mamma mi sta devastando…. nel vero senso della parola….grazie Roberto x queste parole. Non mi sento sola e aliena!
E’ proprio così purtroppo
Così è.
E’ tristemente così…