Declinazioni dell’Assoluto

Ho pubblicato in Novità dal Sentiero una breve presentazione dell’ispirazione quacchera, tra le articolazioni del mondo cristiano certamente una delle più vicine al nostro cammino.
La “luce interiore” dei quaccheri è certamente assimilabile al “processo intuitivo” del quale parliamo nel Sentiero.
Il processo intuitivo non è solo l’espressione del compreso contenuto nella coscienza, è ben altro e vorrei tornare a rifletterci brevemente.
Ogni essere che assume una forma e un’espressione nel tempo e nello spazio (*/**) di cosa è espressione?
Potremmo rispondere dell’Assoluto, ma è una affermazione piuttosto generica. Diremo invece che è espressione di uno degli innumerevoli gradi del sentire dell’Assoluto:
– il minerale esprime un grado del sentire dell’Assoluto attraverso le sue molteplici forme;
– così anche per il vegetale, l’animale, l’umano e il sovra umano.
Tutto ciò che esiste non è che declinazione dell’Assoluto, che sia percepito oppure no dagli organi di senso che danno origine alla realtà spazio-temporale.
Se questo è, se questo ho compreso, cosa diviene ciò che vivo ferialmente, ogni giorno?
Una esperienza nella meraviglia.
Ogni essere canta l’Assoluto e lo declina e da questa conoscenza-consapevolezza-comprensione l’esistenza può essere illuminata senza fine.
Questa consapevolezza di fondo può essere la piattaforma di base su cui si svolge il nostro quotidiano: a partire da questa comprensione si dipanano le esperienze, più o meno faticose, più o meno condizionate che ciascuno di noi affronta per liberare appieno lo splendore del suo essere quello che è, stato dell’Assoluto che non diviene altro da quello che è.
Liberare appieno, dicevo; liberare da cosa? Dal credere di essere solo separazione, solo ignoranza.
Come si supera l’ignoranza? Accettando di imparare vivendo. Il gioco del vivere da solo crea la libertà dall’ignoranza. Senza altro sforzo particolare e supplementare.
Ecco allora che dal gioco illusorio del divenire, sorge la consapevolezza e la comprensione dell’essere quel che si è, Assoluto in atto.

* Centro di Sensibilità e di Espressione – Microcosmo o individuo che per il suo non ancora completo sviluppo, non può che manifestarsi nel piano fisico in un organismo del regno vegetale o animale. La pianta è un centro di sensibilità e di espressione perché non ha consapevolezza della propria individualità;
– ciò che percepisce ed esprime in qualche modo, solo in funzione del mondo circoscrizionale.

** Centro di Coscienza e di Espressione – Microcosmo od individuo che può, per un certo sviluppo raggiunto, manifestarsi nel piano fisico in forma umana;
– ciò che percepisce ed esprime, potendo separarsi dal mondo circoscrizionale;
– Quando l’individuo acquisisce la consapevolezza della propria individualità diviene centro di coscienza e di espressione.

Le due citazioni dal “Dizionario del Cerchio Firenze”, Edizioni Mediterranee.


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Sandra Pistocchi

Grazie robi!

Samuele Deias

A volte il grado di sentire dell’assoluto è riprovevole, schifoso, spaventoso, agghiacciante… e la meraviglia non riesce a manifestarsi perché sopraffatta dal disgusto, dal desiderio di separarsi da tanto male, di sfuggire.

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