“Guidati dallo Spirito”

Prendo lo spunto da questo articolo di Eugenio Scalfari apparso oggi su La Repubblica. Scalfari fa riferimento alle parole di Papa Francesco: “Lo Spirito Santo è quello che muove la Chiesa, è quello che lavora nella Chiesa, nei nostri cuori; è quello che fa di ogni cristiano una persona diversa dall’altra ma da tutti insieme fa l’unità. Dunque lo Spirito Santo è quello che porta avanti, spalanca le porte e ti invia a dare testimonianza di Gesù”.
Nella mia ignoranza, non so se i cristiani ritengano che anche noi non cristiani beneficiamo della guida dello Spirito Santo, o se è una loro prerogativa.
Provo ad immaginare che essi possano affermare che lo Spirito opera in tutti coloro che alla sua influenza si aprono.
Forse anche nel nostro mondo si ritiene che lo Spirito ci guida se gli apriamo la porta: perché, se non gliela apriamo, da chi siamo guidati?
Cercherò di chiarire il nostro punto di vista.
Definirei Spirito, il principio unitario che plasma e informa il cosmo in ogni aspetto della sua natura e manifestazione.
Il minerale, il vegetale, l’animale, l’umano e il sovra umano sono informati – hanno ricevuto la loro propria forma e sostanza – dallo Spirito.
Dire anche, dunque, che non esiste umano che non sia guidato dallo Spirito, indipendentemente dal fatto che riconosca quella azione o meno.
Il flusso di informazioni che dallo Spirito originario ed unitario giunge alla coscienza e da questa, trasdotto, ai suoi veicoli, è ciò che accade in ogni essere indipendentemente dalla sua volontà.
Tutti sono dunque guidati dallo Spirito, anche quando privilegiano la loro volontà e le loro menti: le cristallizzazioni, le malattie e i disagi di varia natura, non sono che i simboli apparenti di un conflitto tra l’azione dello Spirito e la divergenza dell’identità. Da quel conflitto sorge il dolore e la fatica dell’umano, ed è esso, quel soffrire, che gli indica la strada dello Spirito e della armonizzazione con Esso.
Quindi l’umano non esce mai dalla relazione con lo Spirito, anche quando da Esso diverge.
L’umano sperimenta ferialmente la guida dello Spirito ma non lo sa, non ha un paradigma che credibilmente glielo spieghi, che gli permetta di interpretarlo e, di conseguenza, crede di essere guidato principalmente dalla propria volontà ed intelligenza.
Credo non esista artista che non abbia sperimentato l’essere guidato, l’essere condotto. Credo che lo stesso Scalfari, così affidato alla sua mente, abbia sperimentato situazioni in cui ha chiaramente sperimentato che qualcosa di molto più vasto del suo intelletto l’ha condotto, l’ha attraversato ed illuminato: non avendo una chiave di lettura di quel fenomeno, immagino l’abbia rubricato come stato di grazia, un’espressione che dice ben poco.
L’essere guidati dallo Spirito non è certo una prerogativa dei credenti e dei religiosi: ogni creatura sotto il sole quello sperimenta e più sarà capace di ascoltarsi ed osservarsi, di darsi tempo e di disidentificarsi dalle sue piccole e grandi illusioni, più vedrà consapevolmente in sé l’opera tangibile di quel principio che senza sosta ci conferisce forma, sostanza e direzione esistenziale, conducendoci a maturare comprensioni successive che ci aprono alla consapevolezza dell’unitarietà di tutto l’esistente.


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alberta

lo Spirito soffia indistintamente su tutti, non c’è bisogno di etichettare

bruno

io penso che Dio “voglia bene” nell’ugual misura a me, a mia moglie ai miei figli e ad ogni persona di questo mondo che ne sia consapevole o meno come per lo “spirito” che non a caso è la terza persona….poi chi vuol cercare altro…..dipende da dove cammina…..

Luciana

Grazie Roby, e grazie a tutti i commenti che rendono ancor più preziosa la riflessione.

Marco Dellisanti

Mi conforta sapere che anche il disagio conseguente al non aver osato, non tanto quello che si manifesta al momento, che ha una sua utilità in quanto rivelatore, appunto, di qualcosa che si poteva fare e non si è fatto, ma quello che si cristallizza e diventa pesantezza protratta nel tempo, comunque ci conduce lungo la strada che porta allo Spirito. Alcuni giorni fa, quando ancora non ero completamente uscito da una situazione del tipo appena descritto, ho avuto la netta sensazione che quella sofferenza mi nutrisse.

Alessandro

Grazie.

Samuele Deias

Lo Spirito Santo si riceve col battesimo (se muori prima o se non ti battezza, beh, pazienza), si conferma col sacramento della confermazione, la cresima, alla veneranda età di 13 anni. In tutte le messe se ne invoca l’effusione sulla comunità; il corpo dell’uomo è il suo tempio (quindi occhio a certi vizi che non nuocciono solo alla vista..) ecc ecc. Insomma è una faccenda molto complicata e molto faticosa da attrarre a sé, cosa volete, che Dio si metta a disposizione gratis? Pretenziosi!

Catia Belacchi

Grazie per la chiarezza delle argomentazioni: hanno un senso di più ampio respiro rispetto a quelle dell’articolo.

Sandra Pistocchi

Il tuo post richiama una riflessione: quante divisioni crea il credere di appartenere alla religione eletta, qualunque essa sia, ancora troppi si arrogano questa prerogativa… e se alla fine tutti sentissero intimamente che lo Spirito Santo opera indiscriminatamente su tutti quante istituzioni cadrebbero! Ricordo che molti anni fa lessi delle parole attribuite a Ghandi che più o meno dicevano questo: “‘Mahatma vorrei convertirmi e diventare un buon induista ‘ e lui ‘ma tu a che religione appartieni?’ ‘Sono cristiano’, risposta ‘bene diventa un buon cristiano e sarai un buon induista!” Ero giovane allora ma mi colpì molto.

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