La comunione interiore

Mi piace la disposizione interiore dei Quaccheri, i loro silenzi, l’affidarsi alla guida dello Spirito, l’eucaristia interiore.
Mi chiedo perché un non cristiano come me abbia una sensibilità particolare all’eucaristia, al significato profondo dello spezzare il pane e del bere il vino.
Le radici lontane della mia formazione cristiana, mai coltivata, centrano poco: la questione è relativa allo spezzare, al bere dei sorsi.
Nello spezzare, nel bere, l’Uno diviene i molti: la realtà unitaria assume la forma del molteplice.
In un momento, l’intera natura del reale si mostra alla comprensione: il contatto col pane intero e indiviso, è consapevolezza dell’unità dell’essere e dell’esistere; il compiere il gesto del frammentarlo, del dividerlo è l’opera creatrice che all’Uno conferisce la forma del molteplice.
Il gesto del mangiarlo, quel pane, del sorseggiarlo, quel vino, è il processo della riunificazione in sé, dentro di sé: ciò che è Uno nella Realtà, che appare due nel divenire, nella sua realtà e nella sua apparenza sostiene e nutre il processo del vivere che è sintesi perfetta, riunificazione perfetta attraverso l’umano. Appare evidente come l’interpretazione dell’umano quale condizione di separazione e di alienazione da ciò che lo fonda e lo genera, sia solo frutto della mente e dell’insufficienza delle comprensioni.
Nell’umano sostenuto dalle comprensioni e accompagnato dalla consapevolezza, il mistero della vita si chiarifica: ciò che per il mondo è solo caos e frammento, ai suoi occhi appare mirabile disegno di unità in atto.
Ogni volta che quell’umano affonda la forca nella terra, dall’Uno genera i molti.
Ogni volta che annaffia il terreno, vede l’acqua che lo ricompatta e lo riconduce ad unità.
Ogni volta che parla, vede sorgere la parola dal silenzio unitario dell’Essere e farsi molteplicità di forma e di articolazione, di colore e di fragranza.
Ogni volta che osserva, ascolta e tace, l’essere suo è immerso nell’Essere che è e la realtà si fa immobile e senza tempo.
Il pane il vino, la terra, l’acqua, il parlare, il tacere: la comunione del vivente che è e diviene e trova la sintesi nel compreso che si fa vita.


Se hai domande sulla vita, o sulla via, qui puoi porle.
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nadia

grazie

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