Nel mondo puoi mettere un “like” senza nemmeno aver letto quello che l’altro scrive; puoi dire che ci sarai e poi dimenticartene e non curartene.
Puoi dare la tua parola, fare promesse e poi rimangiartele senza battere ciglio: nel mondo dell’effimero, puoi essere effimero e potete farvi compagnia uniti dall’inconsistenza.
Nel mondo della via interiore, un si è un si, un no, un no; un impegno, un impegno; una parola data, un obbligo.
Il mondo della via interiore ha bisogno di stabilità, di radici, di esperienza e di quella saggezza che dalle radici e dall’esperienza matura.
Questo è vissuto da alcuni come un vincolo e pare che l’umano di questo tempo aborra i vincoli: vuole le mani libere, ha molto da fare, non vuole che la via interiore sia un impegno.
Va, prende e torna a casa: come all’ipermercato.
Le radici sprofondano nell’esperienza grazie alla pratica: ogni giorno cerco di incarnare nel mio quotidiano quanto vado imparando e comprendendo.
Mi concedo i tempi per sperimentare, per riflettere, per decantare, per stare. Alterno il fare allo stare, l’inspiro all’espiro, il trattenere all’abbandonare.
Nel quotidiano imparo ad essere dedito a quello che vivo: lì, nella sfida dei fatti e delle relazioni che sempre mi svelano, sperimento la dedizione alla mia vita, al mio cammino interiore e a quanti procedono con me.
Affondo le radici nel divenire e ne comprendo il respiro, la funzione, ciò che esso produce e cambia in me: pian piano divengo simile ad una quercia.
Molto ho vissuto, molto ho visto venire ed andare, molto mi ha impattato, colpito, accarezzato: ho capito con la mente, ho compreso nel sentire, ho visto il seme della saggezza del vivere e dell’essere crescermi dentro.
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Grazie.
Limpido. Sempre più difficile separare la via dalla vita.
touche’. Scusa e grazie della sincerità.
Non c’erano riferimenti a te, non intenzionali, ho perso qualche passaggio?