Non è l’odio dell’altro il problema

Mai ricordiamo a sufficienza che nulla accade senza una ragione.
Come può una sola persona, in pochi minuti, porre fine a così tante vite e non indurci a ponderare attentamente il simbolo che ci porge?
Non avendo cognizione della legge del karma, brancoliamo nel buio: ciò che non hai compreso si presenta e ripresenta, finché non comprendi, questo è il processo di apprendimento regolato dalla legge del karma.
L’odio dell’altro bussa nella nostra esistenza e porta un messaggio, quale?
Vedi il tuo odio? Vedi l’ingiustizia che genera frustrazione e odio e che permea il tuo vivere, il tuo produrre, il tuo consumare? Vedi l’insofferenza, l’intolleranza, la discriminazione verso il debole e la paura che senza sosta ti attraversano? Vedi le grida, gli insulti, la volgarità, la falsità che attraversa i media, i social, la vita pubblica?
Che sangue scorre nelle tue vene? Sei sicuro che sia il sangue della vita?
Ci meraviglia l’odio dell’altro e su esso ci focalizziamo: ahimè, siamo ciechi all’evidente, il male è in noi, dobbiamo leggere il simbolo.
Finché non avremo letto, conosciuto, consapevolizzato e compreso il cosa non va in noi, tutto questo durerà.
Più ci incarogniremo nell’additare l’altro, peggio sarà.
Se intelligenza del reale ci attraversa, e lo dubito, dovremmo cogliere il simbolo drammatico che a ogni latitudine viene rappresentato, e iniziare a meditare su di noi.


Se hai domande sulla vita, o sulla via, qui puoi porle.
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Marco Dellisanti

Dietro l’additare l’altro si nasconde sempre la paura di guardarsi dentro. Finché si tratta di una paura inconscia, c’è ben poco da fare. Poi se ne prende piano piano coscienza e magari per un po’ si fa finta di niente, si accampano scuse, ma arriva il momento che non puoi più barare con te stesso. A quel punto l’additare l’altro non ha più senso.

nadia

grazie

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