La morale personale e il sentire che evolve

Se avette tempo, leggete quello che il Cerchio Ifior dice sulla morale.
L’esperienza dell’evoluzione del sentire è plastica, concreta, quasi fisica direi: si inscrive nei comportamenti quotidiani, nei pensieri che attraversano la mente, nella qualità e quantità delle emozioni, nelle relazioni soprattutto.
È nel rapporto con l’altro che tutto si palesa e si evidenzia: i passi compiuti e quelli da compiere, sono sotto i nostri occhi quando l’altro bussa con il suo essere, i suoi bisogni, le sue richieste, le sue paure.
È nella relazione che il confine tra quello che posso mettere in atto e quello che non mi è più possibile, mi interroga e trova soluzione: in un attimo vedo come avrei potuto comportarmi in passato e come, oggi, quello non è più attuabile, è uscito dall’ambito di ciò che è ammissibile al mio sentire.
Ciò che è ammissibile: cosa è entrato nella lista e cosa ne è uscito?
Nessuno può aiutarmi nel compilare quella lista, essa sorge da sola come frutto del sentire maturato: molte cose scompaiono dall’orizzonte del possibile a me e poche altre rimangono e assumono evidenza.
Tra queste ultime, quelle che riguardano la disponibilità, l’apertura, il dare nella sua accezione più ampia, l’esperienza compassionevole.
Tra quelle che scompaiono: il trattenere, l’usare, l’essere al centro.
A volte si afferma, e anch’io lo faccio, che ad un certo punto del cammino interiore la morale non è più un riferimento, un vincolo: è una affermazione corretta, ma va ben interpretata.
La morale comune, quella delle menti e delle identità, certamente subisce questo destino, ma c’è un’altra morale, un’etica probabilmente, che non è inscritta nelle menti, ma nel sentire e quella non muore: quella diviene il riferimento profondo, la pietra d’angolo, la lanterna che indica il cammino.
Nel sentire non c’è solo il compreso nostro che ci orienta: c’è tutto il compreso di tutti gli esseri e di tutti i tempi, il sentire assoluto che trascende ogni sentire relativo e che è la nota di fondo che ci guida, più o meno forte, più o meno ascoltata.


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Nadia

Grazie mille.

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