Darsi delle priorità e proteggerle

Mentre scrivo ho in mente qualcuno di voi che, per generosità o intraprendenza, non si fa mai mancare una faccenda e, quando non l’ha, se la inventa.
Oggi è il giorno di Officina Essenziale, incontro mensile in cui confluiscono coloro che seguono la via del Sentiero contemplativo: occasione impegnativa che richiede presenza, delicatezza, ascolto.
Parlo di questa giornata per porre in risalto un metodo; non c’è giornata che non abbia una sua priorità, in questa è l’appuntamento con OE: a seconda di come sappiamo individuare una priorità e proteggerla, organizzeremo lo scorrere delle ore, gli impegni, il dispendio di energie.
Cose è prioritario in una giornata? Fatte salve alcune incombenze pratiche non dilazionabili, è prioritario ciò che impatta con il nostro interiore.
Il valore della priorità non è dunque dato da un fattore materiale, ma da uno esistenziale e spirituale. Spesso un fatto che si presenta in una veste materiale è, in realtà, un simbolo esistenziale.
È prioritario ciò che attiene al sentire: se è domenica e sono cristiano, è prioritario il partecipare alla messa e all’eucaristia; ed è ugualmente prioritario il pranzare con i miei cari. Ma, se per preparare il pranzo, debbo correre tutta la mattina e arrivo in chiesa trafelato, allora sto sbagliando qualcosa, forse è il caso che io prepari il pranzo il sabato e arrivi alla domenica mattina a mani basse.
Se partecipo alla vita del Sentiero e oggi, sabato, c’è OE, stamattina non andrò all’ipermercato per la spesa settimanale o quindicinale: mi sarò organizzato per lasciare piccole faccende alle ore del mattino, piccola routine.
Perché? Perché non voglio, e non debbo, eccitare la mente, né produrre stress: ho già una settimana sulle spalle di fatica e logoramento, cosa porterò stasera ai miei fratelli e sorelle nel cammino? La mia fatica?
Stabilizzare il proprio sistema, sempre: quando camminate non prestate forse attenzione al rimanere stabili nell’incedere sulle gambe, sui piedi, sul terreno?
Esistono anche una stabilità emotiva ed una cognitiva da realizzare, da conservare, da tutelare, da proteggere.
In questo preciso istante c’è stabilità nel sistema che chiamo con il mio nome? Se non c’è, perché, cosa la esclude?
C’è un punto zero al quale sono ancorato? Se no, perché?
Ogni pensiero, ogni emozione, ogni azione, ogni relazione ha un impatto sul nostro sistema: sono in grado di valutare questo impatto, o mi muovo nel mondo con la stessa immediatezza di un animale? Ma nemmeno l’animale è immediato, i suoi sensi lo guidano, la sua capacità di essere vigile lo rende pronto.
Quante volte non siamo né vigili né pronti e ci facciamo semplicemente travolgere dai fatti, dalle abitudini, dalla carenza di discernimento ed anche di organizzazione?
Per darsi delle priorità è necessario vedere la propria giornata consapevolmente;
vedere il proprio muoversi nel tempo e all’interno delle relazioni e dei fatti;
ascoltare ogni movimento interiore sapendo che dall’intimo sempre viene un sì o un no, una indicazione su ciò che è bene per noi e ciò che va evitato.
Bisogna ascoltare, osservare e coltivare la presenza: le menti ci portano non di rado ad affollarci di cose, di scadenze e di obbiettivi senza discernimento, senza valutazione, immersi nell’identificazione.
Ecco, questo è il centro: l’identificazione ci rende ciechi.
La consapevolezza del punto zero ci restituisce la vista.


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LucaB

Quando è “l’ Indifferenza che governa l’agire” siamo travolti.

maria

leggo solo ora ma condivido pienamente, l’identificazione ci rende ciechi .
grazie

NATASCIA BELACCHI

Ciò che dici, diventi per me esercizio quotidiano.

Marco Dellisanti

Grazie

Catia Belacchi

Trovo le tue argomentazioni assolutamente centrate, come sempre.

Catia Belacchi

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Samuele D

Rumino

Alberto C.

Grazie Robi. Sono ancora molto “grezzo” e poco “stabile”. Credo però che grazie al Sentiero sto costruendo qualcosa di veramente bello, passo dopo passo! A stasera!

Nadia

Proteggere le priorità, un bell’ esercizio!
Grazie e a più tardi !

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