All’alba di una domenica d’agosto, cammini su di un tappeto di foglie secche abbandonate da alberi che non hanno più la forza di trattenerle, stremati da una sete che non perdona e non si placa.
Sorge in te una ribellione profonda per il Demente che di questa sofferenza della natura porta la responsabilità, e ti interroghi sulla compassione di cui tanto spesso parli, sulla tua compassione.
Si, tu compatisci il Demente e, nonostante il danno che esso provoca devasti il mondo, non riesci a puntare il dito, ma un dolore profondo ti invade e una distanza si aggiunge, una lontananza dovuta ad una estraneità: estraneo nei modi, nel sentire, nella capacità di rispondere alle responsabilità.
Il Demente non sa quello che fa, e non è capace di assumersene la responsabilità: esiste una umanità che impara sbattendo e producendo dolore senza fine, ma così è e puoi soltanto prenderne atto.
La liturgia delle ore di oggi prevede un canto di lode per le opere del Signore, vorresti piangere.
CANTICO Dn 3, 57-88. 56 Ogni creatura lodi il Signore
Benedite, opere tutte del Signore, il Signore, *
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, angeli del Signore, il Signore, *
benedite, cieli, il Signore.
Benedite, acque tutte, che siete sopra i cieli,
il Signore, *
benedite, potenze tutte del Signore, il Signore.
Benedite, sole e luna, il Signore, *
benedite, stelle del cielo, il Signore.
Benedite, piogge e rugiade, il Signore, *
benedite, o venti tutti, il Signore.
Benedite, fuoco e calore, il Signore, *
benedite, freddo e caldo, il Signore.
Benedite, rugiada e brina, il Signore, *
benedite, gelo e freddo, il Signore.
Benedite, ghiacci e nevi, il Signore, *
benedite, notti e giorni, il Signore,
Benedite, luce e tenebre, il Signore, *
benedite, folgori e nubi, il Signore.
Benedica la terra il Signore, *
lo lodi e lo esalti nei secoli.
Benedite, monti e colline, il Signore, *
benedite, creature tutte che germinate sulla terra,
il Signore.
Benedite, sorgenti, il Signore, *
benedite, mari e fiumi, il Signore,
Benedite, mostri marini
e quanto si muove nell’acqua, il Signore, *
benedite, uccelli tutti dell’aria, il Signore.
Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici,
il Signore, *
benedite, figli dell’uomo, il Signore.
Benedica Israele il Signore, *
lo lodi e lo esalti nei secoli.
Benedite, sacerdoti del Signore, il Signore, *
benedite, o servi del Signore, il Signore.
Benedite, spiriti e anime dei giusti, il Signore, *
benedite, pii e umili di cuore, il Signore.
Benedite, Anania, Azaria e Misaele, il Signore, *
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benediciamo il Padre e il Figlio
con lo Spirito Santo, *
lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli.
Benedetto sei tu Signore, nel firmamento del cielo, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
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Grazie Roberto e grazie a questo cammino, che è uno dei modi per rispondere allo scempio perpetrato da quest’umanità inconsapevole e ignorante. A nulla servirebbe la rabbia accusatoria… l’indignazione è un’altra cosa e come tu ci mostri, convive con la compassione, non punta il dito, prende atto e per quello che è il mio sentire, stimola a fare di più, nel proprio piccolo, per manifestare e testimoniare con il proprio comportamento il rispetto per questa natura ferita.
“…esiste una umanità che impara sbattendo e producendo dolore senza fine, ma così è e puoi soltanto prenderne atto….”
Grazie, Roberto, della condivisione… è un tema che mi sta a cuore!
In questi giorni guardo spesso campi, alberi, colline aride… e, soprattutto, nelle giornate più calde, ho sofferto, per la mia impotenza, insieme agli alberi che “non hanno più la forza di trattenere le foglie”…
Cosa posso fare? Credo che possiamo fare un pochino, nel nostro piccolo.
E penso che sia importante parlarne anche con le persone che conosciamo, non per imporre un nostro stile di vita, ma almeno per fare sorgere delle domande…
All’alba dopo una giornata di festa, aggiungi alle foglie secche rifiuti di ogni genere, ribellione e tristezza ti pervadono, poi il silenzio ti avvolge.
Il desiderio di piangere che chiaramente traspare da queste parole, affrange un po’. Allo stesso tempo però, c è certezza di essere sostenuti da un ampio e amorevole flusso e questo placa le viscere. A volte mi chiedo se si tratta di reale comprensione di fiducia o semplicemente è desiderio di alleggerire il carico.
Un fraterno abbraccio.
Grazie roberto!
Una cara amica di Carmen, giovane madre di due bimbi, persona squisita, dolce, sensibile è all’hospice di Fossombrone e non so se mentre sto scrivendo è ancora in vita. Stava lottando contro un tumore e pochi giorni fa sembrava esserci speranza.
La ribellione che si accompagna al senso di lacerazione e di vuoto porta i miei sentimenti a sostituire quel “benedite” con “maledite”.
La mente frena, sa che non è giusto, sa…
Ma il cuore maledice e oggi per me è così, vaffanculo, maledico e maledico finché non avrò finito di maledire, poi… vedremo. Quale inganno attaccarsi all’impermanente, quale altro significato hanno le nostre esistenze al di là di ciò che appare.
Grazie.
Buongiorno Roberto, se tutto è già deciso, se ciò che vediamo manifestarsi nel mondo è il tutto, il principio creatore come si colloca l’indignazione della parte cosiddetta buona del tutto e le azioni che da qui partono per “migliorare” il mondo? Ed esiste un’altra pari indignazione della parte cosiddetta cattiva del tutto? Se no cosa vuol dire, che il tutto ha già una direzione di marcia ed un punto di arrivi?
Grazie Duccio, ti ho risposto qui: https://www.contemplazione.it/2017/08/13/il-cammino-attraverso-la-ribellione/