Ero un ragazzo coperto dal dolore e il pensiero di Te, l’esempio Tuo, il richiamo inconfondibile e incontenibile della Tua dimensione di sentire mi hanno guidato e conferito fiducia.
Ti ho cercato lungo le strade di una vita intera cercando di liberarmi dei rovi che i tuoi discepoli hanno messo attorno a Te e lungo il cammino che conduce a te.
Non ho mai guardato a loro che pure si riempiono la bocca di Te: il loro invocarti e nominarti mi è sembrato troppe volte blasfemo, anche se non sempre.
Ho visto vite di tuoi discepoli di fronte alle quali mi inchino fino a terra.
Per come sono configurato, avrei potuto approssimarmi a te attraverso la filosofia, forse era la via più vicina, ma la Vita ha scelto altro per me e mi ha condotto a te non attraverso la mente, ma attraverso l’esperienza, il fare, l’aderire alla complessità del procedere umano.
Ti ho incontrato dopo essermi liberato dei rovi seminati ed allevati consapevolmente ed inconsapevolmente dai tuoi discepoli: Tu, come ogni verità, sei sempre aldilà di ciò che l’umano crede e propone e per giungere alla fonte è necessario perdere il condizionamento della tradizione e quello della propria visione, dell’oscuramento prodotto dal proprio limite di comprensione.
Quando la comprensione di Te si è dischiusa, al mio sentire si è configurata non la Tua vita, le Tue opere, la Tua saggezza, ma il Tuo sentire: avendo conosciuto il Tuo sentire, quella frazione a me conoscibile, ho potuto comprendere la Tua vita, le Tue opere, la Tua saggezza.
Ho visto anche quanto ancora Tu sei un mistero per me, come dunque aspetti del Tuo sentire io debba indagare in me liberandoli dal velo dell’incomprensione.
Le Tue parole che mi hanno sempre guidato, ora mi assorbono in modo nuovo e più chiaro: esse chiedono la coerenza specchiata della mia intenzione ed azione; esse mi mostrano la sorgente da cui nascono, quel Padre Tuo e mio verso cui mi sento risucchiare e riassorbire.
Ora che sono un vecchio, comprendo che Ti ho sempre cercato aldilà dell’immensa saggezza che tu esprimevi ed esprimi: era la Tua fusione con Lui ad attrarmi, quella cercavo e quella vibrava nella mia carne. Attraverso Te, cercavo Lui, incontravo Lui.
La Tua vita è stata un cammino di fusione con Lui, e questo sentivo che doveva essere anche la mia vita.
Tu sei stato la forma visibile di Lui, forma in mezzo a mille forme, forma per me efficace, esempio sublime di un modo di vivere che gridava alla mia mente e al mio cuore.
Ora Ti conosco: Tu sei Lui, nella forma del possibile, ed io conoscendo Te e Lui, per il possibile a me, ho davanti una strada sgombra, il passo orientato e, in fondo, leggero.
La fusione con Lui è l’opera di questi giorni: Tu mi hai indicato la via, di quello, essenzialmente, ha parlato la Tua vita, quello era uno degli scopi della Tua incarnazione.
Ciò mi è divenuto chiaro quando mi sono liberato dei miei rovi personali, quando la comprensione mi ha permesso di passare dall’anelito del ragazzo alla chiara visione del vecchio.
Il vecchio vede e non è confuso, conosce la sostanza dei suoi giorni: nella serialità del quotidiano scoprire, vivere, contemplare la trama che tutto unisce, che tutto rende Uno e sentire quell’Uno come totalità immanente, unica esistente.
In quel quotidiano, in quei piccoli fatti, il soggetto è privo di senso e solo la trama dell’unione ha rilievo, il disegno di Lui, l’Essere di Lui che tutto raccoglie in Sé.
Oltre l’illusorio velo di me, la Realtà è chiara ed immanente e prende la forma delle sensazioni, delle emozioni, dei pensieri e del sentire, tutti indissolubilmente legati.
Quando leggo le parole che i Tuoi discepoli hanno trasmesso, parole che a volte hanno il profumo di Te, altre volte delle loro menti, non mi fermo mai alla lettera e cerco di cogliere il sentire di cui esse sono pallide rappresentazioni: nel sentire Ti incontro e in quello stiamo, risiediamo, per il possibile a quest’essere che ancora porta il velo del divenire.
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[…Il ragazzo coperto di dolore…. La chiara visione del vecchio….]
Sintesi di un percorso di comprensioni.
M’inchino.
Silenzio e gratitudine.
Sono contenta dell’arrivo di questo post…che aspettavo… Grazie! Leggerò con calma. Approfitto di questo “luogo di incontro”per mandare un saluto a tutti voi.
Grazie per questo dono di condivisione
Questo post mi riporta a Giovanni 14 ,neppure un rovo a intralciare il cammino …..la ” mia ” mente arzigogola per effetto della natura duale di questa illusione ma quando la VERITA si fa strada tutto converge e si mostra l ‘intero…. Grazie Roberto.Gloria
Mi tornano in mente le parole dei discepoli lunga la strada per Emmaus ” Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre ci parlava lungo la via ?” Le tue parole risuonano così in me portando luce e riconciliazione. Scaturisce un senso di lode e gratitudine a Colui che non smette mai di manifestarsi e chiamarci a se.
Commozione profonda e gratitudine per questa condivisione del sentire…
Amen.
Grazie per questo post, per aver condiviso l’estrema chiarezza con cui si presenta ai tuoi occhi il tuo percorso esistenziale e la tua relazione intima con Gesù, di cui descrivi con quella semplicità e al contempo profondità che solo dal sentire può venire il compito incarnativo. Questo post è un contributo magnifico alla comprensione della relazione di ciascuno di noi con ciò che Gesù rappresenta.
Grazie
Un profondo inchino per quest’intima condivisione di vita e del sentire.
Comprensione del percorso; profonda commozione per il sentire conseguito.