Non c’è cammino spirituale che non si misuri con una certa mistica del silenzio.
Non c’è cammino maturo che non consideri in un’ottica nuova quella intuizione e necessità primigenia.
È sempre opportuno tacere, ma lo è allo stesso modo parlare: da cosa dipende la scelta?
Dalla scena che si vuole alimentare.
La persona consapevole cerca di non farsi trascinare dai fatti, ma, consapevolmente, li genera.
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La persona consapevole agisce quando è giusto agire e tace quando è giusto tacere.
Grazie!
Mi sembra che sia sfuggito ai lettori una certa sottile critica che, nelle poche parole del post, riservo alla mistica del silenzio.
Sicuramente sono stato troppo sintetico.
Ciò che volevo dire è che si può andare oltre quella mistica per vivere consapevolmente parola e silenzio, dove nessuno dei due è preferibile a priori all’altro.
La parola che nasce dal rumore della mente è parola meccanica, ridondante, vuota di senso.
Nella consapevolezza, la parola nasce dal silenzio e al silenzio ritorna.
E’ parola ponderata, essenziale, pregna di senso.
Thanks
Il silenzio tutto racchiude, dal silenzio tutto scaturisce.
Da quel silenzio la vita piena
Quando il parlare è appunto una scelta che non dipende dai bisogni dell io, dopo aver parlato si è in pace, non si prova disagio alcuno e quel parlare attinge voce dal silenzio che lo ha preceduto.
Ho sempre presente un versetto del salmo 50. ” Ti siano gradite le parole della mia bocca e innanzi a Te il meditare del mio cuore…
Grazie, grazie, grazie, le tue parole mi sono di grande insegnamento.
L’esperienza che porti, è insegnamento infinito, oltre che continuo sostegno…