Non conosceremo mai il Reale
fino a quando considereremo
questo alto e quello basso,
questo evoluto e quello no.
Che quel fatto accada in noi
o nell’altro, è indifferente:
l’accadere non ha attribuzione,
non è né mio né tuo,
non ha qualità,
non è positivo, né negativo,
è un fatto,
puro e semplice Ciò-che-È.
Liberi dall’esigenza,
e dalla pretesa di attribuire
una natura ai fatti,
l’Essere del Reale si rivela.
Ecco allora che il vento
soffia tra le foglie autunnali
e produce il suo canto speciale.
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Il Sentiero contemplativo, Cerchio Ifior
Piano piano, passo dopo passo, si amplia la visione, si annullano i confini, si perde la separazione, l’identita’ scompare.
Senza “sicuri” confini, resta la fragilita’ di questo essere sempre piu’ vulnerabile.
Mi sembra che, in base alle nostre comprensioni, per alcuni fatti sia più facile, per altri più difficile, cogliere i fatti che accadono per quello che sono, senza colorarli con le nostre attribuzioni emotive (mi piace/non mi piace) o interpretarli con le nostre attribuzioni mentali (bello/brutto, giusto/sbagliato).
Ma al di là di queste differenze, possiamo coltivare un atteggiamento di fondo che ci accompagni durante la giornata e che ci disponga alla non adesione alle attribuzioni che meccanicamente sorgono.
A proposito delle attribuzioni che diamo ai fatti, in particolare mi colpiscono queste parole: “Che quel fatto accada in noi o nell’altro, è indifferente: l’accadere non ha attribuzione / non è né mio né tuo”.
Spesso mi capita di riflettere su questo e a volte ne ho sprazzi di visione ed è grazie a quegli sprazzi che mi rendo conto di quanto sia lontana dal Reale, fino a quando continuo ad attribuire i fatti alla mia persona o a un’altra.
Aver capito questa verità non significa affatto averla compresa. Quando nel cammino incontri questa affermazione significa che il sentire è pronto per potercisi confrontare e dunque iniziare a lavorare su di essa e attraverso essa. Si apre una nuova stagione dell’esistenza e chissà quanto lunga.
Grazie.
Concordo con Nati. Prima i concetti si capiscono, a forza di ripeterli entrano nel nostro modo di pensare, finché diventano esperienza senza colorazione, semplice fatto.
Sono ancora nella fase del ruminare.
Quante volte dovrò leggere e rileggere ancora per capire che un fatto è Ciò che È.
Eppure, ogni volta sembra che qualcosa in più si comprenda.