Insegnare è stato un modo di amare.
Un modo di essere attraversato dall’Amore, di risuonare a esso e lasciare che tutto attorno vibrasse di quella armonia.
L’essere intero era pervaso da quella vibrazione e la spandeva intorno: la Sorgente, lo strumento, l’intorno erano uno.
Non c’era incontro, Intensivo in cui questo non accadesse più e più volte.
Sembrava che tutto preparasse quel momento: le parole, i silenzi, i gesti, tutto conduceva a quella fusione dove l’Autore emanava se stesso nel corpo diffuso dei partecipanti.
Ogni volta si ripeteva il miracolo dell’Essere Uno, ogni volta tutto si saturava di quella condizione: le persone, l’ambiente. Persino le pietre.
Uscivo stremato e vuoto; vuoto come un tamburo senza membrane.
Ora che l’orchestra non ha più i musicisti, l’Autore e lo strumento vuoto risuonano discreti: l’Amore deve darsi per esprimersi nella sua pienezza e nel suo splendore.
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