Posa lo sguardo su ciò che c’è e che è sempre altro da te [P4]

Nel contro-processo della via della Conoscenza si crea un’abitudine a dubitare di qualunque percorso di trasformazione interiore, per smetterla di puntare lo sguardo su di voi e spostarlo su altro da voi – dal limite al non-limite – in cui appare un mondo che non parla più di voi, perché vi libera dalla prigione del vostro ‘io’.

Però, attenti, perché anche nel contro-processo può riaccendersi la voglia di sentirvi importanti ed è quando, avendo spostato lo sguardo oltre voi, vi vivete come i protagonisti di quel ‘passo in più’ compiuto verso il tirarvi in disparte.

Non è l’uomo l’autore della messa in crisi dei suoi concetti e del vuoto che si apre dentro di lui, ma è ciò che lo attraversa e che lo porta a comprendere come ogni fatto che accade intorno a lui sia sempre la negazione del suo protagonismo.

La via della Conoscenza dice all’uomo: tu non c’entri e nulla ti riguarda, quindi smettila di posare lo sguardo sul tuo farti piccolo con l’intento di progredire!

Posalo su ciò che c’è che è sempre e soltanto altro da te.

Fissa lì il tuo sguardo, ma non smettere di osservarti quando, puntando di nuovo l’attenzione su di te, ti racconti che ancora non ti sei fatto abbastanza piccolo da permettere che altro da te trionfi.

E ogni volta che qui vi sentite dire che siete attraversati da altro da voi, non correte subito a pensare all’Oltre, ma pensate a ciò che scorre dentro e intorno a voi: a tutte le sollecitazioni e a tutte le possibilità offerte dal tempo che scorre e dall’accadere, in cui tutto è espressione di un’identica realtà che è l’unità dell’esistenza.

Fonte: La via della Conoscenza, “Ciò che la mente ci nasconde“, Prefazione, pag. 6

In merito alla via della Conoscenza: quel che le voci dell’Oltre ci hanno portato non sono degli insegnamenti, non sono nuovi contenuti per le nostre menti, non sono concettualizzazioni da afferrare e utilizzare nel cammino interiore. Sono paradossi, sono provocazioni o sono fascinazioni, comunque sono negazioni dei nostri processi conoscitivi e concettuali.
Non hanno alcuno scopo: né di modificarci e né di farci evolvere. Creano semplicemente dei piccoli vuoti dentro il pieno della nostra mente. Ed è lì che la vita parla.

Per qualsiasi informazione e supporto potete scrivere ai curatori del libro: vocedellaquiete.vaiano@gmail.com
Download libro, formato A4, 95 pag. Pdf
Indice dei post estratti dal libro e pubblicati
Abbreviazioni: [P]=Prefazione. [V]=Vita. [G]=Gratuità. [A]=Amore.
Le varie facilitazioni di lettura: grassetto, citazione, divisione in brevi paragrafi sono opera del redattore: i corsivi sono invece presenti anche nell’originale.


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Luciana Gelli

Penso di comprendere e vedere questo processo che si è avviato…

Natascia

Compreso ciò che viene descritto, perché ne ho esperienza.
Di fronte all’irriducibilità dell’Io, a volte sorge clemenza, a volte disappunto, a volte chiedo: ma sei ancora lì?

Samuele

Continuamente sballottato, dubito anche del dubitare e della prigione dell’io.
Resto in ascolto cercando di non aderire più a niente, nemmeno a quello che qui scriviamo.
Vediamo, se qualche frammento di comprensione si appiccica a questo centro di coscienza e di espressione e sarà quel che sarà.
Grazie.

Luca

Vogliamo sempre un tornaconto…
Mentre invece non ci accorgiamo che è tutta gratuità

Catia belacchi

Essere sempre vigili perché la mene non guidi i nostri processi e l’io non sia sempre al centro, anche quando ci sembra di averlo ridimensionato.

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