Una voce: Parleremo adesso della vita dal punto di vista di come la considera un umano all’interno di un cammino che chiamate evolutivo, e poi di che cos’è la vita quando ci si affascina della via della Conoscenza e la si osserva con uno sguardo in parte plasmato.
Quindi prima esamineremo come appare la vita a un uomo che osserva ciò che accade come se lo riguardasse, cioè come se lui ne fosse il punto centrale, e poi scopriremo che cosa significa guardare alla vita per un uomo che ha fatto del vivere quotidiano la sua attenzione principale, pur non comprendendone la profondità.
Normalmente, il vivere per l’uomo si traduce in un continuo tentativo di catturare solo ciò che gli interessa, che lui pensa riguardarlo e di cui possa servirsi, e trascurare tutto il resto; ed ecco perché finisce per considerare la vita come un bene a sua disposizione, se possibile da gustare, ma anche come un’imprevedibilità da cui difendersi o che è costretto a subire.
Stiamo parlando del momento in cui la vita gli si rivolta fra le mani nei suoi tanti aspetti d’inafferrabilità, soprattutto quando l’uomo pensa di essere riuscito a plasmarla.
Dunque, per l’uomo la vita non è il semplice scorrere del tempo nel vivere quotidiano pieno di fatti e di esseri che si presentano, ma è spesso un enigma che reca in sé un’imprevedibilità con la quale lui si sente costretto a fare i conti.
Se ci pensate, per ognuno di voi la vita presenta comunque una serie d’imprevisti, e questo ve la fa apparire più o meno minacciosa.
È proprio il continuo riproporsi del non-noto a mettere in crisi le certezze che vi sforzate di consolidare: sia quelle affettive che quelle del vivere concreto, che sono le sicurezze su cui costruite il vostro equilibrio interiore.
L’uomo, infatti, si aspetta dalla vita quelle novità che lo alleggeriscano nel vivere il tran-tran del quotidiano, anche se contemporaneamente teme la rottura dell’equilibrio che crede di essersi creato e che sa comunque precario.
Guarda alla vita in modo bivalente: sia sperando in sollecitazioni che gli portino belle novità e momenti interessanti, sia temendo di esserne spiazzato. Ecco perché si barcamena, a volte amando la vita, a volte temendola e difendendosene.
Nella maggior parte dei casi, l’uomo non si sente attrezzato a darsi risposte di fronte ad eventi non etichettabili, soprattutto quando li considera incomprensibili o ingiustificabili, oppure quando non riesce a farli suoi e nemmeno ad adattarsi a essi.
E quindi per lui la vita è carica di sorprese, di ambiguità e anche di minacce. Tutto questo gli richiede un continuo addestramento con cui difendersi dall’imprevisto.
Questi sono atteggiamenti verso la vita che nascono dai processi della vostra mente, strutturatasi nel corso del tempo come roccaforte per reggere, oppure per contrastare, l’affacciarsi degli altri e della vita secondo modalità a voi spesso oscure.
Una vita, che è anche l’incontro con l’altro da voi, che può intralciarvi o favorirvi, e che ora vi mostra che siete adeguati, ora di non essere all’altezza.
E così l’uomo è abituato a pensare che il presentarsi della vita e dell’altro siano lì a sottolineargli le sue insufficienze, ben sapendo che persino l’aspetto in cui si sente maggiormente adeguato gli si può poi rivelare come carente o precario.
La vita per l’uomo è soprattutto un succedersi di eventi e d’incontri che gli suscitano un andirivieni sia di emozioni che di pensieri, e tutto questo rafforza la necessità di una sua trasformazione interiore per adeguarsi a nuove e impreviste evenienze.
Continua.
Fonte: La via della Conoscenza, “Ciò che la mente ci nasconde“, Vita, pag. 7-8
In merito alla via della Conoscenza: quel che le voci dell’Oltre ci hanno portato non sono degli insegnamenti, non sono nuovi contenuti per le nostre menti, non sono concettualizzazioni da afferrare e utilizzare nel cammino interiore. Sono paradossi, sono provocazioni o sono fascinazioni, comunque sono negazioni dei nostri processi conoscitivi e concettuali.
Non hanno alcuno scopo: né di modificarci e né di farci evolvere. Creano semplicemente dei piccoli vuoti dentro il pieno della nostra mente. Ed è lì che la vita parla.
Per qualsiasi informazione e supporto potete scrivere ai curatori del libro: vocedellaquiete.vaiano@gmail.com
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Indice dei post estratti dal libro e pubblicati
Abbreviazioni: [P]=Prefazione. [V]=Vita. [G]=Gratuità. [A]=Amore.
Le varie facilitazioni di lettura: grassetto, citazione, divisione in brevi paragrafi sono opera del redattore: i corsivi sono invece presenti anche nell’originale.
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La vita come un bene di cui disporre, il desiderio di realizzarsi, di conseguire la felicità: tutte questioni da riconsiderare.
Grazie.
grazie del vuoto, di nuovo la mente colmava troppo 😉
Sì, l’interpretazione immediata dell’esistenza si gioca tra questi due poli.
È il vivere frammentario e soprattuttto è il vivere di un soggetto che si contrappone alla vita,a quale si manifesta ora benigna ora maligna.
La realtà è diversa da quello che racconta la mente
Già è proprio così, si desiderano e si temono le sollecitazioni e soprattutto di ha paura di “perdere” anche quando si conoscono i trabocchetti della mente.