Voi uomini ritenete che la vita abbia la funzione di servire ai vostri scopi e di soddisfarvi, e che quindi rappresenti un’occasione da sfruttare. Siccome siete convinti che vivere significhi essere i protagonisti del tempo della vita, agite tentando di assoggettare il tempo a voi, altrimenti vi sembra di vivere in modo passivo.
Molti poi credono che tutto ciò che capita a loro faccia parte di un piano che, comunque, è rispettoso delle loro scelte. E, di conseguenza, pensano che il loro compito sia comprendere quanto quelle scelte siano viziate dal loro modo di ragionare, di osservarsi e di rapportarsi agli altri e al Divino.
Altri ancora credono che, pur affidandosi alla vita, sia necessario diventare sempre più attenti per comprendere quali siano le occasioni utili alla loro trasformazione interiore, e perciò ritengono necessario essere scaltri nel selezionare e discriminare tra le varie occasioni che incontrano.
A tal proposito, si dicono che per raggiungere quel miglioramento sia indispensabile avere chiari i propri limiti e poi superarli o, possibilmente, eliminarli per trasformarsi, per perfezionarsi e per aderire sempre di più a quel piano divino creato appositamente per loro.
Chiacchere delle menti!
Nella via della Conoscenza vi viene mostrato tutto il protagonismo presente in questi convincimenti che servono per esaltare se stessi come ‘coloro che contano’ e che si differenziano dagli altri anche agli occhi del Divino.
In ciò che accade c’è già tutto: non un piano divino apposta per voi e uno per l’altro accanto a voi, ma tutto è completo in sé.
Attenti agli inganni della vostra mente che, nel concetto di ‘piano’, introduce il vostro protagonismo, cioè quel che voi stessi avete il compito di compiere, di assecondare e di completare per raggiungere uno spazio, seppur piccolo, accanto al Divino.
Riconoscere che tutto è, indistintamente, significa amare ogni fatto per ciò che è, e non per quanto potrà favorire qualcuno, escludendo altri.
Ogni fatto narra della vita in cui non c’è un ‘io’ distinto dagli altri e nemmeno un protagonista di ciò che indistintamente accade.
C’è un sussurro che accompagna ogni pausa nel respiro della vita.
Prestare attenzione alla pausa significa andare oltre il vivere concentrati su se stessi nella speranza di raggiungere chissà che cosa, perché la pausa fissa l’uomo in ogni attimo che nasce e muore.
Ognuno di voi è il susseguirsi di flash dopo flash, cioè è lo scorrere libero di atti, di emozioni e di pensieri che nascono, si susseguono e muoiono come il ritmo di un respiro che sorge, fa una pausa e tramonta.
Comprenderlo significa innamorarsi dell’effimero, che è l’intimo segreto della vita di cui voi siete parte senza riconoscerlo.
Fonte: La via della Conoscenza, “Ciò che la mente ci nasconde“, Vita, pag. 12-13
In merito alla via della Conoscenza: quel che le voci dell’Oltre ci hanno portato non sono degli insegnamenti, non sono nuovi contenuti per le nostre menti, non sono concettualizzazioni da afferrare e utilizzare nel cammino interiore. Sono paradossi, sono provocazioni o sono fascinazioni, comunque sono negazioni dei nostri processi conoscitivi e concettuali.
Non hanno alcuno scopo: né di modificarci e né di farci evolvere. Creano semplicemente dei piccoli vuoti dentro il pieno della nostra mente. Ed è lì che la vita parla.
Per qualsiasi informazione e supporto potete scrivere ai curatori del libro: vocedellaquiete.vaiano@gmail.com
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Indice dei post estratti dal libro e pubblicati
Abbreviazioni: [P]=Prefazione. [V]=Vita. [G]=Gratuità. [A]=Amore.
Le varie facilitazioni di lettura: grassetto, citazione, divisione in brevi paragrafi sono opera del redattore: i corsivi sono invece presenti anche nell’originale.
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A Leo :
come suggerito dal B.A. in altro post, per capire può essere utile psostituire la parola “pausa”con
“reale”.
Non mi è chiaro questo passaggio:
“la pausa fissa l’uomo in ogni attimo che nasce e muore.”
Cosa si vuole intende con “fissa”?
È la pausa, ovvero ciò che noi chiamiamo Essere ,che “sostanzia”, “fissa”, “rende consapevole” l’uomo di ciò che realmente è?
Perché “fissa”?
Mi rimanda a un’idea statica, bloccata, immobile, che poco a che vedere sia con l’impermanenza, sia con L’Essere ( che è al di là di ogni dualismo).
Forse si intende il fissare come sfondo della manifestazione dell’umano nel divenire?
“L’effimero è l’intimo segreto della vita”
L’impermanenza e l’irrilevanza, dunque, senza nessun protagonista al centro .
Pur non essendo certo la prima volta che incappo in stimoli e provocazioni come questa, emerge da un lato uno smarrimento, dall’altro una fascinazione.
Resto in ascolto, senza ansia.
È quel che è; sarà quel che sarà, nel senso che mi fido che le parole sapranno germogliare a tempo debito.
Colpisce e risuona l’espressione “innamorarsi dell’effimero” pur nella consapevolezza che ci sono infiniti livelli di interpretazione di questa espressione.
Non facile dismettere i panni dell’Io. Eppure mi accorgo ogni momento di più, quanto sia illusorio, come ad ogni passo, non posso che arrendermi all’Essere.
Il sostegno di una parola amica, aiuta nella comprensione.