[Via del monaco 5] Le nostre coerenze con l’Essere creano comunione di sentire e la comunione di sentire crea la comunità umana, il procedere assieme, la simultaneità di solitudine – responsabilità – comunione.
È sempre l’Essere che crea la realtà nel divenire: non si procede con l’altro da sé perché lo si sceglie, ma perché si è condotti dal sentire ad abbattere le barriere erette dall’identità e a servire, a collaborare, a condividere.
Per “altro da sé” intendo ogni creatura, non solo l’umano. Qui voi direte: “Ovvio!”
E io vi dico: “Ovvio proprio niente, guardate quanto collaborate con le altre creature, quanto vi accorgete di loro, e siate sinceri con voi stessi senza raccontarvi storie”.
Ogni incoerenza ci getta nel mondo del divenire e dell’illusione; ogni coerenza con l’Essere che ci genera e determina impone autenticità, trasparenza, creatività.
In virtù del sentire che ci muove scopriamo l’esperienza della comunione con le creature altre da noi, fino a superare la nozione di noi e loro; scopriamo che non c’è stato esercizio della volontà, sforzo, superamento di resistenze: naturalmente ci siamo trovati a vedere l’altro e a provvedere.
La Via del monaco è il completamento del Sentiero contemplativo, il suo approdo; è anche il percorso di un gruppo di persone che si incontrano periodicamente all’Eremo dal silenzio e, a ogni stagione, al monastero camaldolese di Fonte Avellana.
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Il Sentiero contemplativo, Cerchio Ifior
“Ogni incoerenza ci getta nel mondo del divenire e dell’illusione; ogni coerenza con l’Essere che ci genera e determina impone autenticità, trasparenza, creatività.”
Ho imparato a dire dei no ed essere molto serena nel farlo.
Quando permangono incertezze, la sensazione è di disagio.
“la comunione di sentire crea la comunità umana, il procedere assieme, la simultaneità di solitudine – responsabilità – comunione”
” non si procede con l’altro da sé perché lo si sceglie, ma perché si è condotti dal sentire ad abbattere le barriere erette dall’identità e a servire, a collaborare, a condividere.”
“Ogni incoerenza ci getta nel mondo del divenire e dell’illusione; ogni coerenza con l’Essere che ci genera e determina impone autenticità, trasparenza, creatività.”
Concetti fondamentali per me in questo periodo. Li medito, li coltivo. Spero che fioriscano e che questa spinta che sento non rimanga un intenzione senza sbocco nella vita quotidiana.
Direi che la cooperazione è un dato ontologico che precede il mondo del divenire, e per divenire intendo l’illusione di un centro che chiamiamo soggetto il quale ritiene di operare delle scelte.
Noi crediamo di agire come singoli, di essere dotati di libero arbitrio, ma in verità rispondiamo alla necessità delle meccaniche dell’Essere.
La qualità o coerenza della nostra relazione con l’Essere determina il grado di questa consapevolezza ontologica.
Più scendiamo in questa comprensione più le barriere che ci dividono dall’altro si stemperano, più chiaramente emerge la consapevolezza della comunione di sentire.
Mi sono da sempre sentita in comunione con la natura, assai meno, invece, con il vicino umano. Ora qualcosa si è mosso anche da questo punto di vista e ho conosciuto non solo empatia, che quella non è mai mancata, ma il sorgere della compassione.