Il giudizio che blocca la manifestazione e la relazione

L’inadeguatezza è figlia del giudizio: mi sento inadeguato riguardo a uno standard che percepisco come vincolante per la mia espressione. La mente è davvero sottile e tenta di inserirsi dappertutto, anzi la mente è dappertutto considerando il fatto che nell’incarnazione dell’umano è una dimensione strutturale.

Ora questo ci fa comprendere cosa? Che non posso dire “ho superato il giudizio una volta per tutte” semplicemente perché ho compreso determinate dinamiche “più grossolane” della mia incarnazione.

Perché il giudizio si ripresenta più sofisticato, maggiormente camuffato e per questo ancor più insidioso. Come si camuffa il giudizio in una Via spirituale?
Con il “già compreso” e le sue declinazioni.

“Questo lo so” dice la mente, “andiamo avanti”.
“Il giudizio”, aggiunge la mente, “lo conosco, l’ho già frequentato e superato”.
E invece no, perché questo è proprio un giudizio che offusca la chiara visione del presente e la nostra possibile azione nell’adesso.

Perché tutto questo lungo discorso?
Perché l’azione nella relazione, e dunque la manifestazione che è sempre e solo nel presente, è bloccata da un giudizio di qualche sorta, più o meno sottile: bisogna disattivare quel giudizio che mi domina e che non mi lascia vedere chiaro.

Se il giudizio mi domina e non mi lascia vedere, io non sono in ascolto e se non ascolto non potrò vibrare della vita che mi attraversa.

Come posso disattivare quel dubbio che blocca la mia manifestazione?

  • Dubitando di ogni mia comprensione e affermazione sulla realtà: “Sarà davvero così o me la sto raccontando?”.
  • Tenendo ferma la consapevolezza di come il giudizio possa presentarsi nelle più svariate forme e dunque sviluppando vigilanza costante.
  • Riconoscendo e dunque valorizzando la spinta che risiede in ognuno di noi all’intraprendenza, alla manifestazione, poiché in noi naturalmente abitano spinte ed energie che dovremmo assecondare e che diversamente ristagnerebbero producendo effetti deleteri.

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7 commenti su “Il giudizio che blocca la manifestazione e la relazione”

  1. Non sono sicura di aver capito tutto quello che scrivi Leonardo.

    Credo che a un certo punto il giudizio vada visto, ascoltato e sempre accolto. Da non temere, negare o confondere come Verità.

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