La resa alla vita si gioca sul tempo. È il tempo della mente l’ambito, del tutto particolare, in cui l’uomo si sente costretto a sperimentare la resa alla vita, che non nasce dalla sua volontà di accettazione, ma dal sentirsi deprivato di quello che voi tutti amate molto, vale a dire l’essere padroni di un tempo stabilito a priori, o perlomeno di mantenerne una buona parte a vostra disposizione.
Sentirsi svuotati del tempo dei progetti e delle mete si traduce nel non riuscire più a gestire un tempo in cui agire da protagonisti. La gestione che continuamente fate del tempo è basilare al consolidamento della vostra struttura mentale: non potreste darle credibilità se non foste convinti che, in parte, il tempo è a vostra disposizione.
L’uomo usa il tempo per impadronirsi del tempo. Lo crea e lo organizza in base alle proprie utilità. Quel tempo si contrappone al tempo della vita che bussa lieve e se ne va.
La vostra mente è piena di progetti che coltivano un tempo che non c’è, cioè il tempo dell’immaginazione a cui date consistenza attraverso programmi e scadenze che riempiono un quotidiano adattato al vostro ‘io’; voi cercate di ritagliarvi degli spazi persino quando affrontate i doveri sociali.
Quel tempo mentale produce oggetti psichici, cioè fatti inesistenti ai quali date consistenza; spesso gli oggetti psichici riguardano progetti mai realizzati, però ancora ben vivi e operanti dentro di voi.
La vostra mente è quegli oggetti, perché senza di essi non ci sarebbe alcuna struttura mentale. Sono loro quel pieno che impedisce al vuoto interiore di manifestarsi.
Tutte le volte che vi perdete ad accarezzare e riaggiustare vostre modalità di futuri comportamenti, di azioni e di incontri che non sono presenti nel momento che state vivendo, voi state creando oggetti mentali – cioè oggetti irreali – che vi fanno vivere il momento presente in funzione di ciò che non c’è.
E vi ostinate a farlo, anche se poi la vita vi mostra che è sempre altro quello che accade, che sia un avvenimento o un incontro a cui avete già dato forma e sostanza nel pensiero. Perché comunque la vita presenta oggetti reali, e quindi quelli psichici vi lasciano delusi e inquieti, pur continuando a darvi la sensazione di essere gli artefici del tempo.
Fonte: La via della Conoscenza, “Ciò che la mente ci nasconde“, Vita, pp. 25-26.
In merito alla via della Conoscenza: quel che le voci dell’Oltre ci hanno portato non sono degli insegnamenti, non sono nuovi contenuti per le nostre menti, non sono concettualizzazioni da afferrare e utilizzare nel cammino interiore. Sono paradossi, sono provocazioni o sono fascinazioni, comunque sono negazioni dei nostri processi conoscitivi e concettuali.
Non hanno alcuno scopo: né di modificarci e né di farci evolvere. Creano semplicemente dei piccoli vuoti dentro il pieno della nostra mente. Ed è lì che la vita parla.
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Indice dei post estratti dal libro e pubblicati
Abbreviazioni: [P]=Prefazione. [V]=Vita. [G]=Gratuità. [A]=Amore.
Le varie facilitazioni di lettura: grassetto, citazione, divisione in brevi paragrafi sono opera del redattore: i corsivi sono invece presenti anche nell’originale.
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Il Sentiero contemplativo, Cerchio Ifior
Mi pare, a volte, di vedere gli oggetti psichici creati dalla mente, prendono forma e consistenza, si addensano ma grazie a questo vedo l’inganno e provo a lasciarli andare.
Il momento presente è l’unico possibile in cui cogliere la realtà.
Materia nota ma non certo superata.
Sempre più chiari i meccanismi, vengono riconosciuti ma ciò nonostante quel tempo padroneggia, distoglie, illude.
Forse solo quando veramente nessuna pretesa sarà più presente, solo allora quegli oggetti psichici permetteranno la manifestazione
del vuoto interiore.
Creare oggetti mentali è come voler voltare le spalle alla vita.
Riconoscere quel tempo mentale è fondamentale.
Direi che proprio la frizione tra oggetti psichici e oggetti reali sia l’essenza della questione.
In quanto incarnati il vano tentativo di padroneggiare il tempo e costruire così oggetti psichici ci è quasi strutturale.
Ma questo attributo dell’umano è necessario per superare se stesso, perché nella relazione tra oggetti psichici e oggetti reali si produce lo scacco, il quale porta a comprendere che oltre la mente si manifesta il Reale.
So cosa sono gli oggetti psichici di cui si parla.
Devo dire che finché ero immersa nel mondo del lavoro, ne costruiva a iosa.
Poi, lontana dal fare compulsivo del lavoro, ho potuto ridimensionare anche l’uso del tempo, vivere senza progetti, stare nel qui ed ora.
Il tempo è gli oggetti mentali…
Questa è la grande sfida quando sei immerso nella vita della materia e dell’umano, quando gli oggetti psichici sono un delirio collettivo che arriva perfino a misurare su quello il valore.