Il mondo per sé, il mondo in sé [V30]

L’uomo si ribella a sentirsi dire che il tempo non gli appartiene, però è così. Tutto accade e niente è a sua disposizione: non il tempo, non gli altri, non la realtà che diviene. Tutto non-è, ma si può anche dire che tutto è vuoto assoluto.

Che cos’è che scandisce il tempo nel quotidiano? Possiamo dire che è l’azione?
Un partecipante: Lo si può scandire anche pensando.

No, l’azione la si mette in atto, e questo vincola fisicamente gli esseri alle azioni che scandiscono il tempo del quotidiano. Mentre i pensieri, quelli da voi governati, sono spesso da un’altra parte, cioè a dare forma e consistenza al mondo mentale. I pensieri non vi obbligano e possono viaggiare avanti e indietro, dentro le azioni della giornata, anche se il più delle volte si impongono in modo talmente variabile che proprio non li gestite. Un pensiero fa rapide deviazioni o rapidi contorcimenti, che dentro la vostra mente danno forma al susseguirsi oppure al riproporsi di azioni puramente ipotetiche. Ed ecco come vi ritrovate a vivere in un tempo mentale.

Ad esempio, mentre state compiendo un’azione, fate volare i pensieri altrove, svuotando l’azione presente, che non vi attrae, per riempirvi di attese, cioè di quel che sperate, oppure di quel temete avvenga successivamente.
In tal modo il tempo della vita, che è quello imposto dall’azione lì presente, viene trasformato in un oggetto psichico.

Ma anche quando vi annoiate, proiettate i pensieri su azioni immaginarie che vi solleticano e vi incuriosiscono, creando comunque oggetti mentali, perché la struttura stessa della vostra mente non può sussistere senza l’elaborazione di un tempo pensato, sia che si appoggi su fatti presenti e passati, oppure su costruzioni di avvenimenti futuri.

Ma quando la vita irrompe, e si impone, si inceppa quella struttura mentale e spazza via il tempo che l’uomo credeva di poter governare; e senza la costruzione di un tempo mentale non c’è la ‘vostra storia’ dall’infanzia a oggi, che è fatta dalla connessione di quegli accadimenti che, separatamente, nascono e muoiono senza lasciare nulla dietro di sé.

La vostra mente vi seduce connettendo, interpretando la vita e dando forma a etichette che vi servono per vivere una realtà diversa, che noi chiamiamo il mondo ‘per voi’.
[…] Alle volte, vorreste smetterla di etichettare, desiderosi di consegnarvi al flusso della vita e di affidarvi all’accadere; ma, quando poi un fatto vi tocca dolorosamente, proprio non riuscite a lasciarlo andare lungo il flusso a cui credevate di esservi affidati, poiché la ribellione legata a un fatto doloroso si pianta come una lama nella struttura della vostra mente, intrappolandovi nella solita disperazione, che è un dolore che viene esasperato dal serrarvi al vostro ‘io’ ferito.

Gli oggetti psichici sono la vostra struttura mentale, che, svuotata di essi, è vuoto totale.

Ed ecco perché, quando vi sentite messi in crisi nei vostri oggetti mentali, ne create subito di nuovi, più solidi, per dare forza al vostro ‘io’ e continuare ad adattare la vita a voi.
Ma quando vi capita di incontrare un evento naturale – come può essere un terremoto – oppure di vivere un profondo dolore o una forte difficoltà, a quel punto nasce in voi un’inadeguatezza che vi fa sentire profondamente in scacco, impotenti.

Questo perché non riuscite nell’immediato a dare un vostro significato a quegli accadimenti per inglobarli: si è verificata una frattura dentro le strutture della vostra mente. Se non cercate di uscirne in fretta, quella frattura vi apre ad altro: a un mondo in sé.

Fonte: La via della Conoscenza, “Ciò che la mente ci nasconde“, Vita, p. 27

In merito alla via della Conoscenza: quel che le voci dell’Oltre ci hanno portato non sono degli insegnamenti, non sono nuovi contenuti per le nostre menti, non sono concettualizzazioni da afferrare e utilizzare nel cammino interiore. Sono paradossi, sono provocazioni o sono fascinazioni, comunque sono negazioni dei nostri processi conoscitivi e concettuali.
Non hanno alcuno scopo: né di modificarci e né di farci evolvere. Creano semplicemente dei piccoli vuoti dentro il pieno della nostra mente. Ed è lì che la vita parla.

Per qualsiasi informazione e supporto potete scrivere ai curatori del libro: vocedellaquiete.vaiano@gmail.com
Download libro, formato A4, 95 pag. Pdf
Indice dei post estratti dal libro e pubblicati
Abbreviazioni: [P]=Prefazione. [V]=Vita. [G]=Gratuità. [A]=Amore.
Le varie facilitazioni di lettura: grassetto, citazione, divisione in brevi paragrafi sono opera del redattore: i corsivi sono invece presenti anche nell’originale.


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Nadia

In maniera naturale la mente opera, sempre. Come viene affermato anche dai commenti, a noi la scelta tra il rincorrere i pensieri o aprire alla possibilità di cogliere quel che è.

Leonardo

Sono d’accordo con Anna. Nell’umano c’è una continua e strutturale dialettica tra “mondo in sé” e “mondo per sé”, direi ineliminabile. Il nostro compito è divenirne consapevoli liberandosi, per quanto ci è concessi, dalla forza condizionante di tale dialettica: non più subirla ma agirla consapevolmente.

Anna

Nonostante la continua dedizione verso il proprio cammino, nello stato in cui ci troviamo è necessaria la coesistenza di questi due mondi. L’abilità di tenerli in equilibrio, di ridimensiinarli se necessario, è basata sulla conoscenza e sulla consapevolezza dei meccanismi che ci appartengono e ci governano.

Anche l’accettare questa condizione limitante rappresenta il mondo in sé

Luca

Se non cercate di uscirne in fretta quella frattura vi apre ad altro…
Non ho capito bisogna uscire dalla frattura o bisogna starci?

Catia belacchi

Il mondo per sé è formato dagli avvenimenti che colleghiamo e interpretiamo e danno senso all ‘io.
Il mondo in sé sono le azioni senza connessione né interpretazione, il vivere il momento senza costrutti mentali.

Elena

Un mondo in sè potremmo definirlo la resa

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