Coinvolgersi fino in fondo e proteggere (in merito a Tenzo Kyokun 5)

Feng (Seppo) dice: “Scarto rena e riso insieme”. Dongshan dice: “I monaci allora cosa mangiano?
Feng rovescia il contenitore. Shan dice: “Tu, più avanti incontrerai una persona diversa e resterai con lei”.

Scarto rena e riso insieme”. Diverse sono le letture possibili di questo passo.
“Cosa vuoi che me ne importi, altro è ciò che conta!”
“Riso e rena uno vale l’altra, della stessa sostanza unitaria sono costituite!”
Si potrebbe continuare e ogni interpretazione svelerebbe la disposizione di una certa tipologia di persona, di discepolo.

A mio parere questo è il passaggio fondamentale, da questo prende le mosse tutto ciò che viene detto in seguito in cui è evidente che Dongshan non condivide l’atteggiamento di Seppo.

Dongshan gli dice: Anticamente le persone elevate che hanno incarnato la Via, usando al massimo l’abilità delle proprie mani, proprio così l’hanno messa in pratica.
Noi, ultimi venuti della nuova generazione, saremo forse pigri? Dice un antico: “Per il tenzo rimboccarsi le maniche è il cuore della Via”.

«Un giorno andrai altrove e un altro ti guiderà». (Shan dice: “Tu, più avanti incontrerai una persona diversa e resterai con lei”).

Non hai compreso, gli dice, imparerai con l’esperienza, altrove.

Cosa non ha compreso Seppo?
Che l’unica cosa che conta è quella che fai ora e come la fai, come la senti coinvolgendoti fino in fondo e come la proteggi e, soprattutto, come la fai con lo spirito che stai servendo la Via e i suoi monaci.
Seppo rovescia il contenitore: “Tutto sbagliato, debbo sviluppare un altro atteggiamento!”

Mantenendo lo spirito in atteggiamento protettivo, evita che qualche topo o insetto accidentalmente non la tocchi, e che non venga a guardare e a metterci le mani qualche sfaccendato di passaggio”.

Non basta essere accurati nel fare, coltivando la giusta attenzione e l’intenzione disinteressata, lo spirito della Via ti deve accompagnare lungo tutto il processo: quando hai finito proteggi il frutto del tuo lavoro finché esso non verrà consumato.
La tua disposizione accudente e protettiva è come un grande ombrello che copre l’ambito della tua esperienza esistenziale, quello che fai e coloro che beneficiano del tuo fare.

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Natascia

Grazie Leo. Mi è più chiaro.

Leonardo

Credo che la chiave di lettura che occorre tener ferma sia questo passaggio: “Tu, più avanti incontrerai una persona diversa e resterai con lei”.
Questa risposta di Dongshan mette il luce la necessità del Tenzo di fare altre esperienze, in quanto del non-compreso grava sulla sua attività di Tenzo, rendendo la sua intenzione non del tutto limpida e chiara a stesso.

Egli rovescia il tavolo e butta a terra, sprecando, il cibo che avrebbe dovuto alimentare i monaci e così facendo egli viene meno al suo compito, alla sua funzione e, quindi alla sua pratica della Via.
Le parole di Donghan obnubilano lo sguardo unitario e non ancora maturo di Feng, colpiscono il suo amor proprio e generano quella reazione.

Insomma Feng reagendo a quel modo sta pensando a sé e non alla Via o ai monaci e dunque viene meno al precetto: “Per il tenzo rimboccarsi le maniche è il cuore della Via”.

L’abate probabilmente ha voluto provocare Feng, metterlo alla prova (anche la stessa domanda con cui si apre il dialogo è una specie di koan: “Fai la cernita della renella e scarti il riso o secerni il riso e scarti la renella?”), e così ha fatto emergere un non-compreso nel Tenzo, spingendolo a una maggiore chiarezza della sua funzione e dunque aprendolo a nuove esperienze, necessarie per acquisire nuove comprensioni.

Natascia

Passaggio non semplice, che si apre a più interpretazioni, anche se qui, qualcosa in più viene detta. rispetto al testo precedente.
Seppo non ha avuto l’atteggiamento che si chiede ad un monaco e per questo viene ripreso.
Lui reagisce rovesciando tutto, e Shan gli dice che sarà qualcun altro che lo guiderà perché ancora non è pronto a quel livello di pratica.
E certo non sono pronta io a cogliere le mille sfumature del testo.

Catia belacchi

“Scarto riso e rena insieme”, è la risposta si Seppo.
Ora se per scartare si intende separare, Seppo ottempera al compito di fare la cernita :salvare il riso e buttare la rena.
Se nella risposta di Seppo c’è insita l’idea di buttare entrambi, non si capisce perché si dedica con tanta attenzione al lavoro di cernita, se sa che poi tutto verrà gettato. Forse perché qualsiasi compito si ha da svolgere bisogna svolgerlo con cura e consapevolezza?
Seppo butta il riso dopo l’osservazione dell’abate.
Evidentemente in lui non c’era l’idea di gettar via il riso nel dire scarto ma solo separo.
Tuttavia lo getta capendo di essere stato ripreso per non “aver svolto bene il suo compito”.
Il riso era l’alimento principe in Giappone e nei monasteri. Il gesto è davvero inusitato.
Ciò scritto, confusamente, il passo continua a non essermi chiaro.

Luca

Quello che facciamo non è solo per noi o per il nostro cammino ma è anche per tutte le persone che ci stanno attorno…
Sono due cose che si autoalimentano.

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