C’è una vicinanza alle sorti dell’umano e di ogni creatura che non è data dall’identificazione ma dalla compassione: comprendiamo e sentiamo la comune trama esistenziale.
C’è una lontananza dalle sorti dell’umano figlia della consapevolezza che ognuno è responsabile del proprio destino: di fronte al tuo cammino sento la comune trama esistenziale e contemplo la neutralità che sorge in me.
Neutrale come la freccia incoccata nell’arco: andrà dove la vita vuole che vada.
Farò ciò che la vita mi induce, ma non seguirò l’impulso della mia mente e del mio condizionamento.
Risiedendo in quella neutralità potrò obbedire come un tamburo che risuona una volta colpito.
Il canale Telegram di Eremo dal silenzio
Per rimanere aggiornati su:
Il Sentiero contemplativo, Cerchio Ifior
letto. Grazie.
Grazie
Letto. Grazie
Grazie
La neutralità è un allenamento, a volte mi riesce a volte no, però insisto nel tentare, convinta che sia una modalità da perseguire
Grazie!
Quello stato di neutralità corrisponde ad uno stato di pace, di quiete interiore, una sorta di immobilità che permette una visione lucida d’insieme.
Letto.
Grazie
Concordo pienamente con Catia .
Pur in questa lontananza sorge compassione..
Grazie
Ognuno è responsabile del proprio destino…
Sarò come la freccia cocccata , seguirò quello che la mia vita avrà destinato per me… sarò docile ma non seguirò il condizionamento della mia mente…
“C’è un a lontananza dalle sorti dell’umano, figlia della consapevolezza che ciascuno è responsabile del proprio destino”. Pur in questa lontananza sorge compassione.
Non semplice coniugare compassione e neutralità.
È solo attraverso questo stato di neutralità che è possibile farsi permeare dal fatto che accade, contemplando la magnificenza della vita che accade.
Occorre aver abbandonato o largamente consumato la centralità di sé perché emerga questa consapevolezza a dir poco rivoluzionaria: nulla ti appartiene, me che meno la tua esistenza, l’unica cosa che è reale è la vita che accade di cui “tu”, laddove sia chiamato, sei servitore.
Capovolgimento totale di prospettiva.
Grande compito vedere e quindi convivere e accogliere i propri e gli altrui condizionamenti. Gratitudine riconoscendo ai condizionamenti il ruolo necessario al processo e quindi necessario a ognuno.
Aiutare la mente a tacere, attimo dopo attimo. Ne sperimento tutta la fatica, pur facendo esperienza che essa è fallace perché spesso finisce sotto scacco, spesso deve dirsi:Ecco, hai sbagliato; e pur facendo esperienza che spesso il suo è generato dalla paura.
Sperimento la quiete quando essa è neutrale