Nel Sentiero non abbiamo mai coltivato il senso di appartenenza, quella sorta di coalizione tra identità aggregate in nome di un ideale, di uno scopo comune: mai coltivato il sentirsi parte di un organismo.
In coloro che frequentano il Sentiero da anni, abbiamo lasciato che affiorasse la consapevolezza di essere parte di un organismo, ovvero coscienza tra coscienze affini, vibrazione che vibra con vibrazioni affini.
La relazione e la responsabilità privilegiata che si realizza tra noi affonda le sue radici nella comunanza di sentire, non nel senso di appartenenza, mai.
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Il Sentiero contemplativo, Cerchio Ifior
Sì, è come tu scrivi.
Concordo, non appartenenza ma…
sentire affini che si attraggono…
Non si può che condividere, affermando che così è.
Mai in nessun modo si è lavorato nel Sentiero inebriando stati mentali, tanto meno appartenenza.
Conoscenza e consapevolezza le vie maestre.
Mentre nel “sentirsi parte” la parte è prima del tutto, nell'”essere parte”, invece, il tutto precede la parte, ne costituisce l’essenza.
E questo è l’ordine del Reale: Ciò-che-è è la totalità: solo la totalità “È”: la parte è virtuale e illusorio frazionamento del Tutto.
Nell’essere parte consapevole affiora la relazione da sentire a sentire. Questa è la grande esperienza che il Sentiero offre.
Notevole la differenza tra “appartenere” ed “essere parte”
Letto grazie condivido
Nel senso di appartenenza delego la mia “felicità” all’esterno. Nella comunione del sentire divengo operaio “costruttore” della mia condizione.
Affinita è qualcosa che va aldilà di sentirsi parte…
È un istinto che ti fa essere parte senza il bisogno di sentirsi parte…