[…] Questa provocazione ci porta dritto, dritto ad accostarci al significato di gratuità, così come viene inteso nella via della Conoscenza. Gratuità sta a significare che nella vita niente di ciò che l’uomo compie può mai acquistare importanza, poiché gratuità è la totale indifferenziazione dell’agire.
Nemmeno il nostro parlarvi o il nostro tacere è importante per voi che siete subito pronti a beneficiare di ogni nostra parola per progredire, così come non lo è l’accarezzarvi oppure il mettervi in un angolo.
Nulla è importante, tutto è gratuità e nessuno primeggia rispetto ad altro da sé: non c’è uno migliore e uno peggiore, uno più caro alla vita e l’altro meno caro, uno più vicino al Divino e l’altro meno vicino, uno più malvagio e l’altro più evoluto.
Non esiste alcuna gradazione concettuale in ciò che è, in quanto nella realtà non esistono concetti. Siete voi uomini che definite il Divino, la vita, voi stessi oppure gli altri secondo le categorie strutturate nella vostra mente che si traducono in concetti di cui vi servite con la speranza di comprendere ciò che è.
Dire gratuità è come dire totale indifferenziazione di tutto ciò che è vita.
Però non traducetelo subito come il consegnarsi al fatalismo o all’inattività. Perché gratuità è agire, ma nella consapevolezza che niente di quel che si fa può apportare mutamento: nessuno muta alcunché, poiché niente si distacca da tutto è, che è predeterminato.
Gratuità è agire in quanto esseri che muovono i loro passi nel relativo, consapevoli che il loro corpo non può che operare per vivere, però senza mai la pretesa di aggiungere o sottrarre nulla alla vita, nulla alla realtà, nulla all’esistenza.
Fonte: La via della Conoscenza, “Ciò che la mente ci nasconde“, Gratuità, p. 36
In merito alla via della Conoscenza: quel che le voci dell’Oltre ci hanno portato non sono degli insegnamenti, non sono nuovi contenuti per le nostre menti, non sono concettualizzazioni da afferrare e utilizzare nel cammino interiore. Sono paradossi, sono provocazioni o sono fascinazioni, comunque sono negazioni dei nostri processi conoscitivi e concettuali.
Non hanno alcuno scopo: né di modificarci e né di farci evolvere. Creano semplicemente dei piccoli vuoti dentro il pieno della nostra mente. Ed è lì che la vita parla.
Per qualsiasi informazione e supporto potete scrivere ai curatori del libro: vocedellaquiete.vaiano@gmail.com
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Indice dei post estratti dal libro e pubblicati
Abbreviazioni: [P]=Prefazione. [V]=Vita. [G]=Gratuità. [A]=Amore.
Le varie facilitazioni di lettura: grassetto, citazione, divisione in brevi paragrafi sono opera del redattore: i corsivi sono invece presenti anche nell’originale.
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Il Sentiero contemplativo, Cerchio Ifior
Se nel mio fare tolgo bramosia allora la mia azione consapevole diviene gratuita e funzionale a ciò che è.
“nella vita niente di ciò che l’uomo compie può mai acquistare importanza, poiché gratuità è la totale indifferenziazione dell’Agire”
Ritrovo questo concetto nel quotidiano: si alternano stati di “passività” a stati in cui sorge la domanda “ma chi me lo fa fare?”.
Sento ora di stare nel flusso della vita che chiama all’azione o alla non azione a seconda delle necessità che la coscienza detta. Così viene accolto
Uno sprone all’osare e al coraggio!
Mi riporta al tema dell’impermanenza.
L’azione che sorge dal Sentire, non ha un soggetto. È manifestazione dell’Essere che tutto/i trascede.
Che merito ha allora il soggetto?
Nessuno.
Ed anche se l’identità è sempre alla ricerca di qualcosa che la sostanzia, non è necessariamente un ostacolo credo, ma ciò che sperimentiamo nel divenire è utile a maturare le comprensioni necessarie.
Vivendo nel relativo, come Soggetto dice, siamo portati “naturalmente” ad agire. L’azione è gratuita quando, stemperato l’egocentrismo, nasce spontaneamente dal sentire, come qualcuno ha detto, fluida senza aspettative, come onda che si forma nel mare e da esso non è separata.
Gratuità è agire ….. spontaneo , sorge dal sentire.
come la neve cosi’ candida da rendermi consapevole quel pomeriggio che qualunque cosa avessi fatto non sarebbe servita a niente di particolare,
ma in quell’istante sentivo che ci avrei messo il cuore…
In un primo momento sono rimasta sconcertata… Leonardo poi mi ha chiarito ” l’azione non è più ‘iniziativa’ ma risposta a una chiamata”. Grazie
Mi viene in mente, in questo periodo, Gino Strada. Quindi quello che lui ha realizzato non ha aggiunto nulla? Non è importante?
A Nicoletta
Se non lo hai fatto, leggi il testo che accompagna in calce ogni post della Via della Conoscenza: essa è provocazione, innanzitutto.
Quello che Gino ha fatto, ed è stato tanto, era innanzitutto interno al suo film esistenziale: prodotto dal suo sentire per sé, per le proprie personali comprensioni da conseguire.
Le scene che lui ha generato sono state percepite da altri attori, i quali le hanno vissute in relazione alle loro personali necessità esistenziali.
Ciò che Gino ha creato insieme ad altri è vibrazione, stato di sentire che ha vibrato in luoghi specifici, con persone specifiche, ma ha anche attraversato gruppi e intere società portando una nota vibratoria di un certo grado.
Nella logica del divenire, Gino è stato attore di un cambiamento; nella logica dell’Essere, Gino è stato quel che è stato.
Agire nella gratuità liberi dal recitato della propria identità.
“Gratuità è agire, ma nella consapevolezza che niente di quel che si fa può apportare mutamento : nessuno muta alcunché, poiché niente si distacca da tutto è, che è predeterminato.”
Perché agire se si è consapevoli che questo agire nulla muta o cambia?
Perché battersi per ideali altisonanti se alla fine tutto è Ciò-che-è?
Mi viene da rispondere che l’azione non è più “iniziativa”, ma risposta a una chiamata.
La foglia è spinta dal vento.