Gratuità non è nulla di quello che pensate. Gratuità è anche un’offesa, è anche uno schiaffo, perché non segue i vostri criteri di giudizio. Lo si comprende quando si è interiormente liberi; liberi anche dall’abitudine di creare uno stretto rapporto fra lo schiaffo che viene dato e chi lo dà.
Gratuità non è il trionfare divino sui limiti che l’umano si riconosce per consentirgli di andare oltre quei limiti; certo voi lo pensate, dicendovi che mai e poi mai potreste superarli contando unicamente sui vostri sforzi. In questo modo state ancora una volta assoggettando il Divino a convenienze umane e a vostre pretese di trasformarvi spiritualmente.
Voi non capite che non c’è nessuno che fa un passo, e che non esiste alcun processo, a opera vostra, che vi porti a una trasformazione interiore.
Non c’è nessuno che compie quel passo e non c’è alcun passo di progressione spirituale; nessuno si differenzia da altri e nessuno beneficia di alcunché, perché voi non siete, e quel ‘io’ di cui vi rivestite è illusorio.
Anche il ‘chi’ che collegate a ogni azione è solo frutto di connessioni mentali.
La realtà è indistinzione e nega qualunque individualità.
Ma allora – diteci – quel passo chi lo fa?
Proprio nessuno fa un passo, perché voi non siete, e non c’è nessun passo che avvicini alcuno al Divino.
La forma umana è un coacervo di emozioni, di pensieri e di azioni che la attraversano, impermanenti e disconnessi gli uni dagli altri.
La vostra mente, così come l’avete strutturata, li connette insieme per dare forma a un’individualità distinta e separata che vuole elevarsi oltre l’indistinzione di ciò che è vita. Ecco perché quel ‘chi’ che voi ponete nella domanda, è un artificio verbale che vi serve per affermare che qualcuno – voi, o il vostro spirito, oppure un’altra forma di individualità – fa un passo di progressione.
In merito alla via della Conoscenza: quel che le voci dell’Oltre ci hanno portato non sono degli insegnamenti, non sono nuovi contenuti per le nostre menti, non sono concettualizzazioni da afferrare e utilizzare nel cammino interiore. Sono paradossi, sono provocazioni o sono fascinazioni, comunque sono negazioni dei nostri processi conoscitivi e concettuali.
Non hanno alcuno scopo: né di modificarci e né di farci evolvere. Creano semplicemente dei piccoli vuoti dentro il pieno della nostra mente. Ed è lì che la vita parla.
Per qualsiasi informazione e supporto potete scrivere ai curatori del libro: vocedellaquiete.vaiano@gmail.com
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Indice dei post estratti dal libro e pubblicati
Abbreviazioni: [P]=Prefazione. [V]=Vita. [G]=Gratuità. [A]=Amore.
Le varie facilitazioni di lettura: grassetto, citazione, divisione in brevi paragrafi sono opera del redattore: i corsivi sono invece presenti anche nell’originale.
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Il Sentiero contemplativo, Cerchio Ifior
Letto e riletto, in questo periodo mi fa
confusione.
Nel tempo ho osservato che per superari le proprie convinzioni, oltre ad esercitare il dubbio è necessario spingersi al di là di quel che oggi sembra plausibile.
Poi, piano quel che appariva straordinario è diventato ordinario.
Ora mi pare di trovarmi di fronte ad un’altra provocazione.
Rumino.
Non capisco……mi arriva estremo, se siamo incarnati il divenire è solo illusione?
A Maria
C’è una ragione se in coda a ogni post della via della Conoscenza sono riportate delle ‘avvertenze’: l’autore usa sistematicamente dei paradossi, o, detto in altri termini, lo sguardo dell’Essere sul reale.
Ciò che nel divenire ha uno scorrere e un fine, nell’Essere semplicemente È. Un fatto non connesso ad altri fatti.
Solo contemplando la realtà si può giungere a sviluppare questo sguardo, per l’identità e per l’intelletto sono assurdità.
Colpisce quel “essere interiormente liberi”.
È lo stato in cui le domande muoiono.
La lettura stamane produce un sorriso sardonico!
la progressione non esiste…
esiste solo il momento presente
senza prima ne dopo
attimo dopo attimo
Messa del tutto in discussione la logica del divenire.
Io concreto e illusorio