Se dovessi elencare il campo in cui le persone, a tutte le età, dovrebbero essere primariamente formate, indicherei quello delle arti: dalla danza al canto, dalle arti marziali alla scrittura. Perché?
Perché solo le arti permettono la liberazione e l’espressione di livelli complessi e articolati di sé, molti dei quali subconsci e inconsci.
Dietro cortine spesse e troppe volte impenetrabili, teniamo celata la ricchezza di mille sfumature d’esistere: non sfumature che banalmente riconduciamo a noi stessi, omaggianti la nostra identità, sfumature dell’esistere che in quella forma si possono esprimere solo attraverso questo complesso che chiamiamo col nostro nome.
Ogni creatura è uno strumento che suona la sinfonia del Creatore, concediamoci di suonare il nostro spartito!
Quel suonare non è conseguenza di un atto di volontà, non sono io che suono, lascio che la Vita suoni questo strumento, è molto diverso.
Assecondiamo allora l’intenzione della vita, accettiamo di danzare con Lei, affidiamoci alla Sua conduzione, e per quanto i nostri passi possano essere incerti, non temiamo.
Ogni giorno, a ogni ora, possa risuonare in noi il mantra del figlio del falegname: ‘Sia fatta la Tua volontà, non la mia!’
Danziamo un ballo sconosciuto, cantiamo una canzone ignota e a volte difficile, accettiamo di pestare i piedi al nostro partner e di stonare come asini, che importanza ha, ciò che conta è essere strumento docile – di una docilità che si impara – nelle mani dell’Assoluto.
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“Dietro cortine spesse e troppe volte impenetrabili, teniamo celata la ricchezza di mille sfumature d’esistere: non sfumature che banalmente riconduciamo a noi stessi, omaggianti la nostra identità, sfumature dell’esistere che in quella forma si possono esprimere solo attraverso questo complesso che chiamiamo col nostro nome.”
Queste parole, in particolare colpiscono.
Comprendo a pieno quello che affermi sulle arti.
È stata una vera scoperta constatare cosa portavano alla luce, non dell’io, ma delle sfumature del sentire.
Nel tempo ho fatto esperienza di alcune arti. In misura diversa, tutte hanno prodotto la liberazione di una parte del mio essere.
Una liberazione che non sarebbe stata possibile senza quell’esperienza specifica.
La capacità di esprimere il proprio se è ciò che sperimento e riconduco al concetto di felicità
Danzi libero se sei libero da te
È così.
‘Sia fatta la Tua volontà, non la mia!’
Amen!
Una vita a sbattere contro il vetro senza accorgersi che la finestra, a lato, è aperta.
Questa l’immagine che mi arriva leggendo il tuo post.
Riconosco che è così come dici e “sia fatta la tua volontà” non è più solo un’invocazione si sta facendo carne!
le arti sono la palestra che ci forma alla vita …il mondo il nostro campo di battagla o il nostro campo di gara, o piú verosimilmente il nostro palcoscenico dove ci esibiamo…
Per poter danzare liberamente al ritmo della Vita è necessario abbandonare, almeno per me, l’ideale di perfezione a cui tendere. Abbandonarlo Innanzitutto perché è sempre un ideale relativo, che fa riferimento ad un sistema di pensiero. Quindi un’illusione
E poi perché, chi ci chiede di essere perfetti?
Quindi un condizionamento vi si cela dietro .
Assecondare la Vita che si presenta significa abbandonarsi senza resistenze a ciò che siamo, o meglio al Ciò che è
che si manifesta attraverso di noi.
A Mariella
1- L’ideale di perfezione, la sesta linea del profilo HD. Inconscia, inevitabilmente potente.
2- Abbandonarlo Innanzitutto perché è sempre un ideale relativo, che fa riferimento ad un sistema di pensiero.
Affermazione importante perché, in un sistema come il tuo, non solo devi sperimentare gradi di libertà, ma devi anche cognitivamente inquadrare ciò che ti limita.
3- chi ci chiede di essere perfetti?
C’è una colpa della quale dobbiamo emendarci?
4- Assecondare la Vita che si presenta significa abbandonarsi senza resistenze a ciò che siamo, o meglio al Ciò che è
che si manifesta attraverso di noi.
Affermazione molto importante che dichiara:
a- una comprensione cognitiva;
b- una comprensione nel sentire, di grado da appurare.