In sintesi: dopo un lungo periodo in cui è stata privilegiata la formazione, è ora tempo di focalizzarsi sull’incarnazione del compreso e sull’affinamento delle disposizioni interiori: l’attenzione, la percezione, la sensibilità.
Gli anni tra il 2005 e il 2010 sono stati caratterizzati da un grande impulso sia nella elaborazione del paradigma che nello sviluppo di pratiche che sviluppassero la consapevolezza del presente, dei veicoli, del reale che quotidianamente ci troviamo a vivere.
Alcune di queste pratiche sono in seguito state abbandonate a causa dell’alto costo energetico per il conduttore, e della sbagliata disposizione dei partecipanti che avevano preso l’abitudine di fruirne passivamente.
Dagli inizi del secondo decennio fino a un anno fa, abbiamo dedicato molte forze alla formazione affinando il paradigma e sviluppando pratiche complementari a essa funzionali, quali la pittura spontanea letta in chiave esistenziale e il canto.
La gran parte delle persone presenti oggi nel Sentiero, e buona parte dei membri della Via del monaco, non ha vissuto la stagione delle esperienze concomitanti con la nostra partecipazione alla via della Conoscenza, avvenuta nel primo decennio del secolo.
Oggi, dopo tanta formazione e interiorizzazione del paradigma, insieme al consolidamento della pratica dello zazen ci troviamo nella necessità di sviluppare alcune consapevolezze e disposizioni sottili senza le quali il rapporto con il reale presente rimane velato, come attutito.
L’esigenza prima di oggi è quella di aprirsi alla sinfonia della vita con la pienezza dei sensi, con la mente vigile e vuota, con la disposizione fiduciosa.
Da questo la necessità di lavorare su tre disposizioni: l’attenzione, la percezione, la sensibilità.
L’attenzione
Cosa accade adesso in me e attorno a me, nella dimensione fisica, in quella astrale, in quella mentale e in quella akasica: un monitoraggio vigile, reiterato, sostenuto dalla consapevolezza che se non vedi, non senti e dunque non vivi.
Se l’attenzione è debole, la reattività è lenta, i simboli passano senza averli visti e interpretati, le situazioni si ripetono perché non impari.
Se l’attenzione è debole, le relazioni non dispiegano la loro incomparabile ricchezza di insegnamenti.
Se l’attenzione è debole non c’è contemplazione del reale, ma solo un essere strattonati e spintonati dai fatti che cercano di imporsi alla nostra attenzione.
La percezione
La percezione sottile dei propri corpi e di ciò che accade in ogni creatura attorno a noi.
Lo sviluppo di una consapevolezza profonda e ricca di sfumature che permette di cogliere la densità della vita e del vivere, e che conferisce pienezza esistenziale e umana a ogni esperienza, a ogni rapporto, a ogni fatto che accade nel nostro quotidiano.
Lo sviluppo della percezione sottile permette di addentrarsi nelle mille sfumature delle esperienze, nella profondità delle sensazioni, nell’esperienza vasta e appagante di ciò che ci è dato di toccare, bere, mangiare, dire, ascoltare, fare.
La sensibilità
Ho trattato il tema qui. Dall’attenzione, dalla percezione e dalla capacità di andare oltre sé sorge un affinamento della sensibilità.
Una persona sensibile è come la foglia di un albero esposta alle brezze del giorno: capace di sentire e di attivarsi; mai pigra, mai ottusa, mai recalcitrante.
Come affineremo queste tre disposizioni?
Attraverso esperienze specifiche durante gli incontri mensili di Via del monaco e gli intensivi stagionali a Fonte Avellana.
Esperienze ampie e dilatate saranno riservate a coltivare ciascuna di queste disposizioni e il loro insieme.
Lo zazen sarà la base dalla quale partirà ogni nostro incontro, ma a esso aggiungeremo sistematicamente delle meditazioni guidate statiche e dinamiche, e, negli intensivi, la pratica della ‘pittura spontanea esistenziale’ con la peculiarità della lettura simbolica dei lavori prodotti.
Nelle sedi proprie del Sentiero, i prossimi giorni, entrerò nel dettaglio di quanto qui accennato e che riguarda la vita nel Sentiero dei prossimi anni.
Il canale Telegram di Eremo dal silenzio
Per rimanere aggiornati su:
Il Sentiero contemplativo, Cerchio Ifior
Sarà una svolta ricca di nuovi apprendimenti e nuove comprensioni.
Svolta importante nel Sentiero, accolgo con gratitudine.
Gratitudine…
Sono un po’ spiazzata, in quest’ultimo anno ho creduto che chi non facesse parte di VdM, non facesse più parte del Sentiero se non da semplice lettore di post.
Poi ho capito che, se possibile per numero di posti, si può partecipare agli intensivi e quindi mettere In pratica questa nuova proposta che mi sembra sia importante e necessaria poi nella vita quotidiana, dove poter esercitare ciò che si riuscirà ad amplificare delle tre disposizioni. Grazie.
Accolgo con fiducia e buona disposizione le nuove linee guida.
Sento la necessità di mettere maggiore attenzione nel fare quotidiano affinando le percezioni.
Ringrazio.
Accolgo questo nuova proposta con molta gioia.
Ho avuto modo di farne esperienza nei periodi che descrivi e quelle esperienze furono molto formative.
Credo che abbiano poi caratterizzato tutto un mio modo di ascolto dei vari corpi.
Inoltre credo che i tempi siano maturi per mettere un po da parte la parola e sintonizzarsi sull’ascolto profondo.
Interessante.