Il vostro sistema d’ordine funziona utilizzando due movimenti contemporanei – l’escludere e l’includere, il più e il meno – cioè agisce teorizzando gli opposti, in modo da farvi saltare dall’uno all’altro, impedendovi di fissarvi su un punto mediano.
Ma può anche funzionare mostrandovi l’uno e velandovi l’altro, cioè dandovi la sensazione che sia presente solo uno dei due opposti, anche se c’è la compresenza di ambedue. Ad esempio, se puntate lo sguardo su un atteggiamento di non amore, vi convincete che lì l’amore non c’è.
Periodicamente l’uomo però si accorge che il suo sistema d’ordine incomincia a scricchiolare ed è quando, da quel temuto ‘magma informe’ della vita, appaiono fatti e comportamenti dai quali non è capace di difendersi perché non riesce a mettere in atto il solito processo per inglobarli, se utili, oppure per mutarli o per escluderli, se dannosi o inutili.
A quel punto, o agisce modificandone i filtri, e quindi mutando giudizi ed etichette, oppure inizia a mettere in crisi tutto quel complesso sistema perché dentro di lui si è introdotto un dubbio, che lo fa interrogare sul reale motivo di tutti quei giudizi e quelle etichette e sul continuo bisogno di scartare e di includere.
Colui che percorre un sentiero evolutivo ha, come punto irrinunciabile, quello di essere armonico, e quindi il suo sistema d’ordine verrà strutturato in base all’assunto: “Tutto quello che si presenta ‘deve’ poter essere utilizzato per la mia armonia interiore”.
Questo lo porta a non accettare che qualcosa si scontri con il suo processo di apprendimento, di conquista e di interiorizzazione di quei valori evolutivi. Perciò il nucleo centrale, in un sistema d’ordine basato sul processo di trasformazione interiore, scarta usando l’etichetta ‘non-idoneo’ alla conquista dell’armonia necessaria per raggiungere la meta evolutiva, oppure include usando l’etichetta ‘idoneo’.
Comunque ogni sistema d’ordine è programmato per negare/affermare, oppure per eliminare/acquisire, quindi si basa sul discriminare, che si esprime coi soliti presupposti coi quali filtrate le novità, e cioè: “Mi serve/non mi serve. Mi riguarda/non mi riguarda. Rientra/non rientra nei miei schemi. Mi difendo/accolgo”.
Quei ‘sì’ e quei ‘no’ che esprimete sono giustificati da criteri prestabiliti, ma che possono mutare col mutare delle situazioni esterne che richiedono una durezza maggiore nel discriminare. Le motivazioni del ‘sì’ vi sono già chiare; ed è abbastanza comprensibile che i ‘no’ mettano in evidenza la non compatibilità di ciò che si presenta col vostro schema d’ordine.
In merito alla via della Conoscenza: quel che le voci dell’Oltre ci hanno portato non sono degli insegnamenti, non sono nuovi contenuti per le nostre menti, non sono concettualizzazioni da afferrare e utilizzare nel cammino interiore. Sono paradossi, sono provocazioni o sono fascinazioni, comunque sono negazioni dei nostri processi conoscitivi e concettuali.
Non hanno alcuno scopo: né di modificarci e né di farci evolvere. Creano semplicemente dei piccoli vuoti dentro il pieno della nostra mente. Ed è lì che la vita parla.
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Indice dei post estratti dal libro e pubblicati
Abbreviazioni: [P]=Prefazione. [V]=Vita. [G]=Gratuità. [A]=Amore.
Le varie facilitazioni di lettura: grassetto, citazione, divisione in brevi paragrafi sono opera del redattore: i corsivi sono invece presenti anche nell’originale.
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Il Sentiero contemplativo, Cerchio Ifior
Senza un sistema d’ordine vivremmo nella confusione o nel caos.
È la capacità di dubitare che quel sistema sia idoneo a prescindere che va messa in atto. Non staticità del sistema, ma continua messa in crisi
Non credo si possa fare a meno di usare un sistema d’ordine per l’umano.
Possiamo renderlo meno rigido man mano che acquisiamo comprensioni, coltivando il dubbio.
Ma per muoverci nel mondo inevitabilmente pratichiamo con discernimento le scelte rispetto a come percepiamo i fatti.
Cambiano i filtri e la rigidità con cui vengono classificati, ma la visione duale permane.
La visione unitaria, che porta quel fatto alla completa neutralità è un atto di fede che possiamo percepire facendo sempre più spazio al Sentire e meno ai corpi transitori o inglobando i fatti che da questi ultimi si presentano (pensieri, azioni, sensazioni).
Credo che questo sia possibile se accettiamo che Tutto È, indipendentemente da noi e dalle nostre scelte.
È probabilmente anche nella ricerca di un certo tornaconto, talvolta anche inconsapevole, che si creano questi sistemi di ordine.
Questo “lavoro” incessante e automatico (mi sembra) di includere/escludere, mi difendo/accolgo….di giudicare, di etichettare…lo sento sempre più asfissiante.
Il sistema d’ordine “scricchiola” spesso ed io cerco di prendermi tempo, di non precipitarmi ad apporre etichette, o, meglio, sono pronta a togliere tali etichette, ad apporne di nuove…ma sempre etichette sono!
Anche in questi casi, credo, il paradigma di Essere/Divenire ci può indicare una buona strada.
“Periodicamente l’uomo però si accorge che il suo sistema d’ordine incomincia a scricchiolare”.
Ogni sistema d’ordine è funzionale a degli apprendimenti, quando take sistema risulta obsoleto la Vita, in qualche modo, distrugge quell’equilibrio, divenuto ormai cristalizzaIone.
Passiamo di sistema d’ordine in sistema d’ordine aumentando la nostra consapevolezza di come esso funziona e di come va la gratuità dell’Essere.
Alla fine il sistema d’ordine si presenta come delle velature ora opache ora diafane sulla superficie dell’Essere
La consapevolezza dei limiti del proprio essere è grande maestra.
Di grande aiuto conoscere i meccanismi che stanno alla base delle nostre scelte