Ciò che è/2: cancellare la parola limite e introdurre ‘accadimento’ [vdc2]

Le basi della Via della conoscenza. Non sta all’uomo fare distinzioni, ma sta a lui indicare la strada in cui l’unica cosa che conta è superare ogni dualismo, ogni opposizione, ogni contrapposizione e allora tutto apparirà nella propria essenza che porta il segno del non attaccamento.

E nel non attaccamento si potrà cogliere ciò che oggi voi non cogliete e cioè si potrà cogliere che il proprio io è un ammasso di sentimenti e di emozioni che arrivano e vanno, arrivano e vanno ed è un insieme di azioni che arrivano e vanno ed è un insieme di pulsioni che arrivano e vanno; tutto scorre, nulla c’è di fisso se non la mente che lo crea.

Se l’uomo arriverà a questo, allora percepirà un’altra realtà e cioè che gli agglomerati di pensieri, di desideri e di azioni non sono: i pensieri vanno e vengono, le emozioni vanno e vengono, le azioni vanno e vengono e non appartengono a nessuno.

Appartengono – se così si può dire – a ciò che la Coscienza produce, anche se mai produce. E poiché questa è un’affermazione che nega se stessa, bisogna spiegarla così: pensieri, sentimenti e azioni esprimono soltanto un modo particolare di guardare alla Coscienza, ma questo modo particolare di guardare alla Coscienza diventa via via più limitato, mano a mano che si attribuisce un’individualità a un agglomerato di pensieri, di sentimenti e di azioni.

Se si vuole uscire dalla prigione della mente si deve fare un salto, ovverosia:
– cancellare la parola limite e introdurre la parola accadimento;
– cancellare la parola distinzione fra bene e male e introdurre la parola accadimento;
– cancellare ogni principio che vi dice che state evolvendo e introdurre la parola accadimento. Fonte

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7 commenti su “Ciò che è/2: cancellare la parola limite e introdurre ‘accadimento’ [vdc2]”

  1. “Tutto scorre, nulla c’è di fisso se non la mente che lo crea”

    Per natura l’umano sente il bisogno di certezze.
    Quando ti accorgi e vivi che l’unica certezza è l’incertezza a volte manca il fiato.

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  2. “nulla è fisso , se non la mente che lo crea”. Questo è ciò che dovremmo percepire perché ogni attimo non è mai uguale a se stesso.
    Poi però c’è la questione dell’Eterno presente, dove niente diviene, ma Tutto E’.
    Provo a sintetizzare:
    Vivo l’attimo, mai uguale a se stesso perché la scena che la coscienza estrapola dall’Eterno presente è di volta in volta diversa. Niente è rimasto dell’attimo prima, tantomeno quello che percepiamo come io. Un attimo c’era ed ora è già cambiato.
    Da perderci il senno se non fossimo ancorati al Sentire!

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